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''Molti degli intervistati avevano i sintomi ma li ritenevano banali, soprattutto in assenza di dolore o se erano intermittenti - spiega Katriina Whitaker, uno degli autori -. Altri invece decidevano di sopportarli per non sembrare deboli, una scelta allarmante perchè spesso li portava a sopportare sintomi debilitanti''
L'equazione, che considera aspettative, ricompensa e risultati passati, ora potrebbe essere impiegata per analizzare i disturbi dell'umore. ''Possiamo analizzare le decisioni passate e i risultati ottenuti e prevedere - spiega Robb Rutledge, coordinatore dello studio - e prevedere esattamente quanto felice sarà una persona in un determinato momento"