L'uomo lavorava come magazziniere in un negozio di articoli sportivi a Vaprio d'Adda. Secondo gli inquirenti del Ros si tratterebbe di un "aspirante combattente", che avrebbe già prestato giuramento di sottomissione al Califfato
Da Roma partiranno un funzionario dello Sco e un ufficiale del Ros che hanno seguito l'inchiesta fin dal principio
Le ipotesi di reato sono associazione di tipo mafioso finalizzata a commettere diversi reati tra i quali estorsioni, sequestro, detenzione e porto illegale di armi
Individuati i mandanti e gli esecutori del delitto Provenzano commesso nel 2005, nel capoluogo umbro, per debiti contratti con il sodalizio indagato, legati al narcotraffico
L'inchiesta "ha documentato le modalità tipicamente mafiose di acquisizione e condizionamento di attività imprenditoriali, in particolare nel settore edile, anche mediante incendi e intimidazioni"
Le accuse sono di associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza e intestazione fittizia di beni
A gestire gli affari del boss latitante era il nipote. Arrestati anche un elettrauto che controllava se nelle vetture del boss ci fossero microspie e un dipendente della Motorizzazione civile di Trapani che verificava le targhe sospette
L'indagine ha consentito di accertare che gli indagati erano associati "allo scopo di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale in Italia e all'estero"
Secondo gli investigatori, alcuni dei cinque indagati avrebbero svolto attività di reclutamento di persone, anche immigrati, interessate a raggiungere la Siria o l'Iraq per prendere parte alla "guerra santa" dei terroristi fondamentalisti islamici
Sul fronte patrimoniale, sono stati sottoposti a sequestro beni aziendali e quote societarie per un valore complessivo di 18 milioni di euro
I militari impegnati nell'operazione "Casa Transilvania" hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale di Ancona nei confronti di 16 indagati per associazione di tipo mafioso
De Donno avrebbe chiesto alla Ferraro di parlarne con l'allora Guardasigilli Claudio Martelli sostenendo che a suo avviso era necessario un avallo politico all'operazione
Tutti riconducibili al boss latitante e alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara i beni sequestrati dai Ros e dal Comando provinciale di Trapani. Arrestati anche diversi elementi di spicco dell'organizzazione criminale