Il premier ha deciso di non fare un passo indietro dopo che Forza Italia, Sel, la Lega e i dissidenti Dem hanno abbandonato la Commissione Affari costituzionali alla Camera dei deputati lasciando soli i deputati del Partito Democratico
Nunzia De Girolamo conferma la sua posizione di contestazione alla linea del suo partito sulla legge elettorale
Civati, Fassina e Cuperlo hanno annunciato che non voteranno la riforma in Aula. Il premier ha bocciato le richieste di modificare il testo della nuova legge elettorale
"Riaprire al discussione", ha detto il premier, "sarebbe un errore madornale. Alla Camera, il Pd ce la fa da solo, al Senato occorrerà la coalizione"
Ventinove senatori Pd confermano il no alla proposta di riforma elettorale del presidente del Consiglio. Il ministro Boschi replica: "I numeri ci sono, andiamo tranquilli"
Secondo il vicesegretario del Pd si è parlato della riforma elettorale con il premier che ha ribadito la posizione che prevede il no alle liste boccate e un meccanismo con capilista e preferenze.
È iniziato l'incontro tra il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e Silvio Berlusconi sulla riforma elettorale. Il premier deve fronteggiare l'opposizione interna al Pd
Il nuovo tavolo si sarebbe dovuto svolgere nel pomeriggio di oggi, ma è stato annullato perché i Dem chiedono che i grillini formalizzino un documento per iscritto sui 10 punti posti dal Pd "altrimenti - spiega in una nota Davide Faraone, componente della segreteria del Pd - c'è il concreto rischio che l'incontro sia inutile"
Il premier si è consultato a lungo con il presidente della Repubblica, discutendo delle riforme costituzionali e dei poteri da affidare a Cantone. L'incontro con Grillo per discutere della legge elettorale si farà a patto che sia in streaming
Matteo Renzi si gode il risultato elettorale delle Europee e lancia il programma del suo governo per i prossimi due mesi: riforme costituzionali e riforma elettorale "per presentarci con serietà all'appuntamento dell'1 luglio"
L'Italicum è legge: passa alla Camera con 365 voti a favore. Sostituisce per la Camera dei deputati, il Porcellum dichiarato incostituzionale. La riforma ha ottenuto un centinaio di voti in più rispetto alla maggioranza legale d'aula
Il governo chiede l'approfondimento degli emendamenti accantonati al comitato dei nove. Il voto finale all'Italicum, dunque, slitta. Le trattative in corso su parità di genere e salva-Lega sembrano non aver trovato soluzione comune. E il governo si rimette all'Aula
Il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio critica l'Italicum: "Non posso rinnegare i principi per cui il Pd si è sempre battuto in nome di un accordo con le opposizioni". E a Renzi: "Attenti al pasticcio del doppio sistema elettorale"
La conferenza dei capigruppo ha deciso lo slittamento dei lavori d'aula a lunedì per il voto finale sull'Italicum. Oggi seduta fiume fino a mezzanotte. Il comitato dei nove, intanto, studia gli emendamenti per la delega al governo per la definizione dei collegi elettorali
Il comitato dei nove della commissione Affari costituzionali della Camera, intanto, ha dato il via libera agli emendamenti sulle candidature multiple: l'accordo prevede che non siano ammesse più di 8 candidature multiple
Dopo l'ok di Berlusconi a votare con l'Italicum solo alla Camera dei Deputati, i parlamentari del Pd si riuniscono a Montecitorio. Una mossa quella del leader di Forza Italia che spiazza tutti.
La legge elettorale torna in aula a Montecitorio. Quasi 300 gli emendamenti presentati. Fra questi, alcuni mettono a rischio l'accordo fra Renzi e Berlusconi.
Il 20 febbraio la direzione Pd si riunirà per discutere della tenuta del governo. Prima sarà incardinato l'esame della riforma elettorale a Montecitorio. Il voto segreto sugli emendamenti stabilirà quanto regge l'accordo interno al Pd. E traccerà il destino dell'esecutivo Letta
Una Camera delle autonomie locali con un massimo di 150 componenti provenienti dalle Regioni. Fra le ipotesi quella di assegnare competenze ristrette: leggi solo su autonomie locali e legislazione regionale
Il ritorno di Pierferdinando Casini a Forza Italia potrebbe avvantaggiare il cavaliere e mandare all'aria i piani del segretario del Pd che corre ai ripari e cerca sponda in tutti i piccoli partiti dell'area di centrosinistra
Il premier Enrico Letta parteciperà giovedì 6 febbraio alla direzione nazionale del Pd. Vuole un confronto diretto e pubblico con il segretario Matteo Renzi a cui chiede sostegno e l'indicazione di ministri da inserire nel prossimo governo
La discussione verte soprattutto su innalzamento della percentuale per l'attribuzione del premio di maggioranza, abbassamento delle soglie di sbarramento e una mediazione fra liste bloccate e collegi con le preferenze