A gestire gli affari del boss latitante era il nipote. Arrestati anche un elettrauto che controllava se nelle vetture del boss ci fossero microspie e un dipendente della Motorizzazione civile di Trapani che verificava le targhe sospette
La sposa è la nipote del super latitante Matteo Messina Denaro, lo zio dello sposo è Gaetano Sansone, il boss dell’Uditore che ospitò Totò Riina. Numerose le polemiche, ma il parroco si difende: "Per noi era solo una coppia di giovani sposi"
Sigilli a un complesso aziendale, numerosi mezzi d’opera ed automezzi, terreni, una villa con finiture di pregio e altri beni mobili ed immobili del valore stimato di oltre 3 milioni di euro
La Dna vuole accertare, coordinando il lavoro delle procure di Trapani e Bari, se la mafia - e in particolare il clan trapanese dei Virga e un prestanome del boss Matteo Messina Denaro - abbia utilizzato l'istituto di credito per riciclare capitali illeciti
Il processo si è svolto col rito abbreviato. Prescritte, perché caduta l'aggravante dell'avere favorito cosa nostra, le posizioni di Antonio Nastasi, della moglie Antonia Italia e di Antonino e Raffaella Spallino
"Le organizzazioni hanno molto chiaro che l'arresto di Messina Denaro è inevitabile - ha detto ancora Saviano
Le differenze sostanziali rispetto al precedente sono l'assenza degli occhiali da vista, una stempiatura più ampia che in passato e un volto leggermente appesantito
Matteo Messina Denaro non è il capo di Cosa Nostra ma solo il capo clan di Trapani con qualche interesse a Palermo e il suo ruolo non è esattamente quello che si vuol far credere
Sequestrato un terreno del valore di 30 mila euro al cognato del boss mafioso latitante, Vincenzo Panicola, marito della sorella Anna Patrizia. Panicola è in galera perché accusato di aver fatto da tramite per lo smistamento dei 'pizzini' del boss,
In un'audizione alla Commissione Antimafia, il capo della polizia Alessandro Pansa spiega: "Non ha un ruolo carismatico ma sembra perseguire interessi propri e redditizi"
Il marito della cugina, l'imprenditore Lorenzo Cimarosa, 54 anni, stanco dei riflettori della giustizia puntati addosso a causa del boss, avrebbe messo a verbale alcune dichiarazioni a colloquio con i pm
L'imprenditore palermitano Rosario Pinto, accusato di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e simulazione, è stato rimesso in libertà nel pomeriggio
In manette con l'accusa di fittizia intestazione di beni ai familiari e l'aggravante di aver favorito la mafia, l'imprenditore Giovanni Filardo torna in libertà insieme alla moglie e alle figlie
"Oltre la cattura dei super-latitanti un altro aspetto importante è il contrasto alla microcriminalità - ha affermato il questore - dobbiamo garantire il controllo del territorio"
Stretto il cerchio con i 30 arresti eseguiti nella notte che hanno portato in carcere anche la sorella e i "fidati nipoti", come li definisce un investigatore, la caccia a Messina Denaro si fa ancora più difficile
Tra i trenta arrestati anche Anna Patrizia Messina Denaro, con l’accusa di estorsione aggravata dal favoreggiamento alla mafia. Proprio lei sarebbe stata in contatto con il fratello latitante e avrebbe smistato i suoi ordini. Tramite il marito Vincenzo Panicola, recluso da anni, avrebbe concluso accordi mafiosi in carcere
Il cerchio continua a stringersi attorno al latitante: l’imponente operazione antimafia tra Trapani e Palermo ha portato all’arresto di trenta persone tra cui cinque familiari del boss
La presidente della Commissione parlamentare Antimafia, intervenuta da Caserta, ha invitato le proprie congratulazioni agli uomini della Dia, che hanno compiuto l'operazione che ha portato in carcere la sorella del super boss
Tutti gli arrestati nell'operazione antimafia contro il clan del boss latitante
Le Fiamme gialle hanno disposto la confisca di beni per 50 milioni di euro: duro colpo alla mafia e ai Niceta, vicini alla famiglia di Brancaccio e al boss Matteo Messina Denaro. Le attività proseguono il lavoro regolarmente ma in amministrazione giudiziaria
L'ultimo covo del capomafia corleonese, secondo il pentito, sarebbe stato ripulito da una squadra di mafiosi dopo un accordo preso da Provenzano con i militari dei Ros che avrebbe garantito la mancata perquisizione
Una rete di affari, di mafia e di pizzo. Questo è quanto venuto fuori dall'inchiesta Golem, che ha portato al boss latitante di cosa nostra l'ennesima condanna. Condannato in via definitiva anche il fratello del capomafia, Salvatore.