Nonostante l'aggravante mafiosa e quella della "trattativa" fossero cadute, rimaneva quella di aver commesso il reato nella qualità di pubblico ufficiale
Nel mirino il patrimonio di Simone Capizzi, 73enne, e del figlio Giuseppe Capizzi, 50enne, entrambi originari di Ribera (AG) e al momento detenuti
Nel 1958 inizia a collaborare con il "Giornale di Sicilia" dove si occupa di cronaca giudiziaria entrando in contatto con scottanti temi del fenomeno mafioso
Gli uomini della scorta del magistrato Di Matteo avevano denunciato ostacoli alle indagini per la cattura di Matteo Messina Denaro
Nonostante il boss versi in condizioni gravissime e in stato quasi vegetale, per i magistrati resta il pericolo di contatti tra il boss e l'organizzazione mafiosa
Sono numerosi i temi introdotti dai pg Roberto Scarpinato e Luigi Patronaggio nel processo d'appello al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu per la mancata cattura di Bernardo Provenzano
Lo Verso, che ha ospitato il capomafia nel 2004, racconta come il boss fosse sicuro della sua protezione. E rivela che Di Matteo e Lumia erano entrati nell'obiettivo mafioso
A deciderlo è stato il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, all'interno di un programma definito di routine, ma che sembra arrivare in un momento in cui particolari attività criminali fanno pensare che non sia stata un'operazione del tutto ordinaria
Respinto il ricorso dei legali del capomafia che, invano, hanno sostenuto che le condizioni di salute di Provenzano, affetto da patologie neurologiche, non siano compatibili con il carcere
Venti ergastoli, trentatré anni e sei mesi di isolamento diurno, 49 anni e un mese di reclusione e 13 mila euro di multa per Provenzano. Tredici ergastoli, sei anni di isolamento diurno, oltre un secolo di reclusione e 7 mila euro di multa per Bagarella
Tra Corleone e Monreale l'uomo vicino al boss corleonese, accusato di avere coperto la latitanza del boss
All'istanza dell'avvocato Di Gregorio avevano dato parere favorevole le Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze
L'ultimo covo del capomafia corleonese, secondo il pentito, sarebbe stato ripulito da una squadra di mafiosi dopo un accordo preso da Provenzano con i militari dei Ros che avrebbe garantito la mancata perquisizione
Bernardo Provenzano può restare in carcere e può continuare a essere sottoposto al regime del 41bis. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha rifiutato di applicare a Provenzano, così come richiesto dal legale del boss, Rosalba Di Gregorio
Il tribunale di sorveglianza di Roma ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai legali del boss Bernardo Provenzano, che chiedevano la revoca del 41 bis per il capomafia per motivi di salute. Il padrino di Corleone dunque resta al carcere duro.
La Dna si dice possibilista verso questa eventualità che appariva piuttosto remota, nonostante le precarie condizioni di salute del capomafia. Intanto il pm Donadio ha sollecitato una nuova perizia medica dopo l'istanza di revoca presentata dai legali del boss
PALERMO, 3 SETTEMBRE 2013 – Bernardo Provenzano rimane in carcere e al regime duro del 41 bis. Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza di Bologna nonostante il parere favorevole delle procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze.
PALERMO, 31 LUGLIO 2013 – L’avvocato Rosalba Di Gregorio, legale di Bernardo Provenzano, ha presentato al magistrato di sorveglianza di Parma la richiesta di scarcerazione del boss ricoverato in gravi condizioni da giugno.
PALERMO, 25 LUGLIO 2013 – Peggiorano ulteriormente le condizioni di salute del boss Bernardo Provenzano, ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma dagli inizi di giugno.
PALERMO, 16 LUGLIO 2013 – Dopo anni di amministrazione giudiziaria la Cassazione ha deciso la confisca definitiva della clinica Villa Santa Teresa di Bagheria.
PALERMO, 1 LUGLIO 2013 – Nuovi atti investigativi sono stati depositati oggi dalla Direzione Distrettuale Antimafia al processo per la trattativa Stato-mafia. A comunicarlo il pm Nino Di Matteo.
PALERMO, 18 GIUGNO 2013 – Bernardo Provenzano dal 7 giugno è di nuovo ricoverato all’ospedale di Bologna. I legali del boss, Rosalba Di Gregorio e Franco Marasà, hanno chiesto di nuovo la sospensione dell’esecuzione della pena.