È stata documentata - si legge in una nota - una vasta e perdurante attività di spaccio, condotta all'unisono da uomini e donne, anche alla presenza di minori e disabili
L'ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia NOMI
Il denaro ricavato dallo spaccio veniva utilizzato per nuovi approvvigionamenti, oltre che per la remunerazione delle figure "operative" dell'organizzazione: i custodi, i corrieri, le staffette e gli spacciatori al dettaglio NOMI
Sono state effettuate anche numerose perquisizioni con l'ausilio di unità cinofile per la ricerca di armi ed esplosivi. L'attività ha impegnato circa 40 militari e un elicottero NOMI
Cinque persone sono state sottoposte a custodia in carcere e una agli arresti domiciliari NOMI
Gli inquirenti hanno evidenziato come gli arrestati abbiano "distrutto per mesi il mare con ordigni esplosivi, ricavati da vecchi residuati bellici presenti nel Golfo di Taranto"
Le accuse contestate sono illegale fabbricazione e detenzione di ordigni e sostanze esplosive, finalizzate alla pesca di frodo, inquinamento e disastro ambientale NOMI
Ad alcuni degli indagati è contestata l'associazione mafiosa. Coinvolti anche esponenti della vecchia criminalità tarantina
Gli arrestati sono responsabili a vario di titolo dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, omicidio, estorsione, rapina e detenzione di armi