Alle minacce è poi seguìto un furto in casa del suocero del pentito che aveva "inguaiato" il clan dei Polverino e degli Orlando
L'indagine, condotta dai militari della stazione di Volla, ha portato a individuare due piazze di spaccio a Torre del Greco gestite da due diversi gruppi criminali
Le indagini hanno permesso la cattura di una rete di insospettabili fiancheggiatori del clan Polverino attiva sul territorio campano e su quello laziale
Eseguiti anche sequestri delle slot imposte in numerosi esercizi pubblici dal clan ''Belforte - fazione Maddaloni'
L'indagine, avviata nel febbraio del 2015, ha consentito di accertare l'esistenza di un gruppo nel territorio di Mondragone composto, tra gli altri, dal figlio e dal fratello del capo Augusto La Torre
Gli indagati, legati al "clan Belforte - fazione Maddaloni", sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico ed alla commercializzazione di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso
La misura cautelare è stata emessa dal gip di Napoli nei confronti di alcuni esponenti del gruppo Catuogno-Di Biase, scissionista del clan Mallardo attivo a Giugliano e nei comuni confinanti
Gli indagati sono ritenuti appartenenti al clan dei "Verde" che, secondo gli inquirenti, gestisce gli affari illeciti nell'hinterland a Nord del capoluogo campano
Le accuse sono associazione di tipo mafioso oltre a reati aggravati da metodo e finalità mafiose quali estorsioni, detenzione illegale di armi, sottrazione di beni sequestrati, detenzione e spaccio di droga, favoreggiamento personale
Sono stati ricostruiti gli assetti dell’associazione di stampo camorristico, radicata, in ampie aree della provincia di Napoli e nel Lazio, a partire dal 2011
Nonostante il clima di omertà del quartiere, le indagini hanno permesso di identificare in breve tempo gli autori delle tentate estorsioni
Dalle indagini è emerso il "patto" tra il clan camorristico e due fratelli imprenditori di Sant'Antimo (Napoli), "funzionale all'aggiudicazione dell'appalto attraverso intimidazioni mafiose e reimpiego delle ingenti risorse economiche illecite" NOMI
Gli indagati - spiegano i carabinieri - per intimorire le proprie vittime, erano soliti esplodere colpi d'arma da fuoco contro le saracinesche dei negozi per raggiungere i propri scopi criminali e ottenere il pagamento del pizzo
Le indagini, spiega il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, hanno ricevuto "un determinante impulso dalle dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia", tra i quali Antonio Iovine NOMI
Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata alla corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio NOMI
Tre agguerrite organizzazioni criminali di matrice camorristica esercitavano, con il sistematico ricorso alla violenza ed alle intimidazioni, il controllo delle piazze di spaccio del territorio di Nocera Inferiore
Le accuse per le persone coinvolte - affiliati, prestanome e imprenditori - sono associazione di tipo mafioso, oltre a riciclaggio, intestazione fittizia di beni, attività finanziaria abusiva e illecito concorrenza, aggravati da metodi e finalità mafiose
I carabinieri di Avellino hanno fatto scattare il blitz all'alba, dopo mesi d'indagine su un'organizzazione che agiva tra Avellino, Baiano, Mugnano del Cardinale e Avella
Per i 24 sono state emesse dal Gip altrettante ordinanze di custodia cautelare. L'operazione delle forze dell'ordine fa seguito a quella che aveva portato all'arresto di Carlo Lo Russo
Il valore degli appalti che avevano ottenuto in Campania è di 20 milioni di euro. Le accuse sono di associazione per delinquere di tipo mafioso e turbata libertà degli incanti con l'aggravante del metodo mafioso
Gli indagati intimavano il pagamento di tangenti o pretendevano di installare delle slot machine in alcuni locali dell'agro aversano
Gli stupefacenti venivano acquistati in Spagna grazie alla mediazione di un latitante rifugiato proprio nella penisola iberica e arrestato dopo tre anni di latitanza