"Ci sono tanti servitori dello Stato che rischiano come e più di me, penso che la liberazione della mia terra, la terra di Sicilia, da questi maledetti valga di più della vita di ciascuno di noi" ha dichiarato il ministro dell'Interno
Nonostante il boss versi in condizioni gravissime e in stato quasi vegetale, per i magistrati resta il pericolo di contatti tra il boss e l'organizzazione mafiosa
A sollecitare l'applicazione del carcere duro per gli 11 arrestati sono stati i pm di Palermo che hanno condotto l'indagine che ha portato all'arresto di 95, tra padrini e gregari, dei clan di San Lorenzo, Tommaso Natale e Resuttana
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando risponde subito alla richiesta di chiarimenti sul trasferimento del capo di Cosa nostra dal carcere di Parma a quello di Opera a Milano
A deciderlo è stato il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, all'interno di un programma definito di routine, ma che sembra arrivare in un momento in cui particolari attività criminali fanno pensare che non sia stata un'operazione del tutto ordinaria
Troppa enfasi, sostiene il magistrato, è stata posta in merito alla sua domanda di partecipazione al concorso per la Procura nazionale antimafia
Respinto il ricorso dei legali del capomafia che, invano, hanno sostenuto che le condizioni di salute di Provenzano, affetto da patologie neurologiche, non siano compatibili con il carcere
"Fino a quando Provenzano è ritenuto - spiega il Procuratore nazionale antimafia - idoneo a stare in carcere, essendo il capo di Cosa nostra o uno dei capi di Cosa nostra, allora bisogna applicare il 41 bis“
"Perizie mediche e relazioni del reparto ospedaliero di Parma riconoscono l'incapacità di nostro padre - spiegano - Alla luce di tali atti le Procure hanno espresso parere negativo alla proroga del 41 bis. Il ministro, invece l'ha prorogato"
È "inaccettabile" che Bernardo Provenzano, "ormai ridotto ad uno stato quasi vegetativo", sia ancora al 41 bis. A sostenerlo è l'Unione delle Camere penali
Bernardo Provenzano può restare in carcere e può continuare a essere sottoposto al regime del 41bis. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha rifiutato di applicare a Provenzano, così come richiesto dal legale del boss, Rosalba Di Gregorio
Lupo è accusato di associazione mafiosa, estorsioni e intestazione fittizia. Il magistrato ha chiesto la condanna a due anni e sei mesi per Andrea Doria, un imprenditore edile che ha negato di avere subito le estorsioni
Il tribunale di sorveglianza di Roma ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai legali del boss Bernardo Provenzano, che chiedevano la revoca del 41 bis per il capomafia per motivi di salute. Il padrino di Corleone dunque resta al carcere duro.
La Dna si dice possibilista verso questa eventualità che appariva piuttosto remota, nonostante le precarie condizioni di salute del capomafia. Intanto il pm Donadio ha sollecitato una nuova perizia medica dopo l'istanza di revoca presentata dai legali del boss