L'incontro tra Renzi e Letta è durato poco più di un'ora, ma ognuno è rimasto sulle sue posizioni. È quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi dopo il vertice. Conferenza stampa di Letta alle 18. Renzi: "Parlerò domani in direzione"
Dopo la cena del segretario Pd con Napolitano, anche il premier Enrico Letta incontra il capo dello Stato. Domani la presentazione del patto di coalizione e il via libera al rimpasto. "Con Renzi nessun duello" ha detto Letta. Ma resta l'ipotesi "staffetta"
Direzione Pd convocata per giovedì prossimo e non più per il 20. Il premier Letta non intende mollare e sceglie la strada del contrattacco. Per il rimpasto circolano i nomi di Maria Elena Boschi, Ernesto Carbone e Lorenzo Guerini. Promozione in vista per Gianpiero D'Alia
Dopo le rivelazioni del libro di Alan Friedman sull'ascesa di Monti a Palazzo Chigi, Forza Italia affianca i grillini nella richiesta di impeachment a Napolitano. Il presidente scrive al Corriere della Sera: "Fumo, solo fumo"
Il 20 febbraio la direzione Pd si riunirà per discutere della tenuta del governo. Prima sarà incardinato l'esame della riforma elettorale a Montecitorio. Il voto segreto sugli emendamenti stabilirà quanto regge l'accordo interno al Pd. E traccerà il destino dell'esecutivo Letta
Il leader del Pd non si è lasciato sfuggire l'occasione di affrontare, faccia a faccia, il premier Enrico Letta, che ha voluto partecipazione alla riunione del Parlamentino Democratico per chiedere frontalmente al segretario nazionale del suo partito una posizione netta
Una Camera delle autonomie locali con un massimo di 150 componenti provenienti dalle Regioni. Fra le ipotesi quella di assegnare competenze ristrette: leggi solo su autonomie locali e legislazione regionale
Il ritorno di Pierferdinando Casini a Forza Italia potrebbe avvantaggiare il cavaliere e mandare all'aria i piani del segretario del Pd che corre ai ripari e cerca sponda in tutti i piccoli partiti dell'area di centrosinistra
Il premier Enrico Letta parteciperà giovedì 6 febbraio alla direzione nazionale del Pd. Vuole un confronto diretto e pubblico con il segretario Matteo Renzi a cui chiede sostegno e l'indicazione di ministri da inserire nel prossimo governo
Nessun prestito alla Cdp e nemmeno uno sblocco immediato dei fondi immobilizzati dal Commissario. Secondo il ministro Delrio si lavora per anticipare l'armonizzazione dei bilanci che entrerà in vigore nel 2015
Per scongiurare l'ipotesi - fallimento si studia a Roma l'ipotesi di un prestito decennale alla Cassa depositi e Prestiti. Nomina i quattro componenti della commissione paritetica Stato-Regioni.
Secondo l'intesa a Montecitorio riusciranno a far parte della platea dei partiti rappresentati solo quei gruppi parlamentari che saranno in grado di superare la soglia di sbarramento del 4,5%
I piccoli partiti chiedono alla presidente della Camera, Laura Boldrini, tempi più lunghi per l'esame della riforma elettorale. Intanto FI non rinuncia ai propri emendamenti mentre il Pd li ha ritirati. E l'annunciato nuovo incontro fra Renzi e Berlusconi è stato smentito
Sull'innalzamento della soglia per l'attribuzione del premio di maggioranza dal 35 al 38%, Forza Italia prima apre alla modifica del testo di riforma elettorale e dopo smentisce. Prime pesanti grane sul percorso parlamentare di approvazione della legge. Dopo Verdini, Renzi incontra il Cavaliere per la seconda volta
La discussione verte soprattutto su innalzamento della percentuale per l'attribuzione del premio di maggioranza, abbassamento delle soglie di sbarramento e una mediazione fra liste bloccate e collegi con le preferenze
Il premier ha accettato il passo indietro del ministro e assumerà l'interim. Via libera al rimpasto. Ecco cosa può succedere al dicastero di via XX Settembre
Il presidente di Ncd Renato Schifani difende la scelta di firmare il ddl di riforma elettorale. E puntualizza: "Impianto condiviso. Ma noi siamo per le preferenze. Non avalleremo un Parlamento di nominati".
Sul premier c'è una forte pressione della maggioranza per dar vita a un robusto cambiamento che dovrebbe maturare entro una settimana. Per Delrio, unico vero renziano presente nell'attuale governo, si ipotizza un ministero di maggiore peso
Cuperlo lascia la presidenza Pd in contrasto con il segretario Matteo Renzi che ieri in diretta streaming lo aveva 'sbugiardato' sul tema delle preferenze. Ma alla conta, ai bersaniani ormai verso la scissione, rischiano di mancare i numeri. Fassina e Orfini si smarcano e promettono fedeltà al segretario.
Matteo Renzi ottiene 111 voti a favore della proposta per la riforma elettorale condivisa con il leader di Forza Italia. Ma in direzione Pd è scontro con l'ala dei bersaniani sul tema delle preferenze. Gianni Cuperlo abbandona la seduta
D'Attorre aggiunge: "Il leader di Forza Italia ha incassato due punti al proprio paniere: la rinuncia al doppio turno e la reintroduzione delle liste bloccate. Non credo che Renzi abbia ottenuto 3 milioni di voti per riportare in auge il Porcellum o per riabilitare Berlusconi"
Tre i punti su cui il segretario del Pd e il Cavaliere hanno siglato l'accordo: riforma del titolo V con il taglio delle indennità ai consiglieri regionali, modifica del Bicameralismo perfetto con la trasformazione del Senato e la legge elettorale il cui testo sarà presentato lunedì alla direzione nazionale del Pd