BarbaBlùfest | II edizione
19 luglio | 7 agosto
Nicola Piovani, Sergio Rubini, Mogol, Adriano Giannini, Viola Graziosi, Mogol, Donatella Finocchiaro
Lucia Sardo, Kaballà, Lello Analfino, Salvo Piparo e Valentino Picone.
Teatro e musica nell’area archeologica di Morgantina ma anche alla Villa romana del Casale
Dal 19 luglio al 7 agosto
IN ALLEGATO: interviste, foto, schede spettacoli e comunicato stampa
L’anno scorso sotto lo sguardo benevolo di uno dei reperti più importanti riconsegnati alla Sicilia, la Testa di Ade (trafugata, ritrovata al Getty Museum di Malibu e restituita) si è aperto un festival che, benché neonato, aveva raccolto il pubblico attorno all’area archeologica di Morgantina. Quest’anno ecco la seconda edizione che prenota già un posto nel parterre delle manifestazioni più attese dell’isola. Ritorna il BarbablùFest, e ritorna, sibillino e irriverente, il mood creato dai suoi ideatori, Pietrangelo Buttafuoco e il regista e drammaturgo Giuseppe Dipasquale: una miscela inestricabile di musica popolare e colta, teatro classico e palcoscenico impegnato, ovvero tutto quello che la testa ci fa dire sul mito, teatro, musica e altro, lontani dallo scontato, dalla stagione preordinata, dal cartellone costruito a tavolino. Una rassegna estiva che sarà integrata cammin facendo con altri appuntamenti in costruzione e che comunque guarda all’autunno per una stagione più ampia e strutturata: già annunciati un particolarissimo “Dialogo platonico alla siciliana” a partire da “La filosofia del Suca” di Francesco Bozzi; e una “preghiera laica” da innalzare da Morgantina, con diversi musicisti e cantautori, tra i quali Renato Zero.
Fortemente voluto dall’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà, il BarbablùFest, con la direzione artistica di Giuseppe Dipasquale e la produzione esecutiva e organizzazione generale a cura di Terzo Millennio di Andrea Peria Giaconia, ritorna dunque nel parco archeologico di Villa del Casale e Morgantina diretto da Liborio Calascibetta. Al sito di Morgantina si aggiungono anche come sedi di spettacolo, la Villa romana del Casale e piazza Duomo a Piazza Armerina.
“Barbablù Fest, per il secondo anno, realizza una combinazione fra i linguaggi della musica e del teatro e luoghi dalla storia millenaria che rappresentano il cuore della nostra identità più profonda. Scommettere sulla Sicilia Centrale – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, intervenuto alla presentazione con il dirigente generale dell’assessorato regionale ai Beni culturali, Calogero Franco Fazio e i sindaci di Aidone, Nuccio Chiarenza e Piazza Armerina, Nino Cammarata – con un cartellone ricercato, vuol dire pensare finalmente la nostra Isola come un grande corpo vivente, nel quale ogni luogo esprime l’energia di una Terra universale. Ringrazio Pietrangelo Buttafuoco e Giuseppe Dipasquale perché, ancora una volta, dimostriamo che l’archeologia è contemporaneità assoluta, perché ci ricollega a radici profonde per elaborare nel presente una visione di futuro: è questa la Sicilia che stiamo costruendo, anche grazie a iniziative di ampio respiro come questa“.
Il cartellone costruito da Giuseppe Dipasquale affronta da diverse sfaccettature “il mito contaminato nel presente. In un decagramma di spettacoli di prosa e musica si affaccia sulle secolari pietre greche di Morgantina, e quest’anno anche sull’area archeologica romana di Villa del Casale a Piazza Armerina, la voce di una variazione moderna e contaminata del mito in quanto fabula e racconto esemplare della realtà. Contaminato nel presente perché il richiamo all’oggi fatto per archetipi ci aiuta a comprendere meglio la tipologia dell’essere e dell’adattarci ai tempi che viviamo”. “E’ assodato che ogni euro investito nella fabbrica culturale ne generi altri tre, e in questo caso vanno a beneficio dell’entroterra di Sicilia – interviene Andrea Peria Giaconia che cura produzione esecutiva ed organizzazione del festival per Terzo Millennio –. Una produzione di questa importanza attiva un circolo virtuoso che coinvolge la rete di ospitalità e ristorazione nei comuni di Aidone e Piazza Armerina e anche quella del commercio fino al polo nella valle di Dittaino. Guardate l’immagine guida del festival: racconta l’altissimo livello della proposta, la bellezza, la storia , la memoria remota, testimoniare la presenza di un mito, Ade, che seduce come la Sicilia”.
Il BarbablùFest rinnova lo schema dello scorso anno, stagione vincente non si cambia: una rassegna giovane, ma non giovanile, smart, elegante, social che valorizza soprattutto il sito archeologico, coinvolto nella sua interezza visto che sono sempre due gli spazi che ospitano gli spettacoli. Che iniziano il 19 luglio alle 19,30 – giorno in cui cade il trentennale della strage di via D’Amelio – con la Medea dell’ex presidente della Camera, Luciano Violante, affidata alla regia di Giuseppe Dipasquale, preceduto da Nota a margine di Giuseppe Sottile sulla figura di Boris Giuliano, un perfetto sconosciuto, ricordando che capo della squadra mobile assassinato dalla mafia nel 1979, era originario proprio di Piazza Armerina.
Violante l’anno scorso ha già presentato con successo Clitemnestra, figura controversa di donna, madre e moglie tradita, che uccide per vendicarsi, sempre con la regia di Dipasquale. Anche in questo caso Medea, la maga, l’estranea, l’assassina, chiede vendetta, Luciano Violante la trae fuori dal mito per riportarla in vita, ad una dimensione contemporanea, usandola come chiave di una concezione atavica di violenza che non sa liberarsi dal delitto eterno dei giusti. Interprete sempre Viola Graziosi (che già per Clitemnestra è candidata alle Maschere del Teatro italiano), sulle note del Requiem di Verdi, che Giovanni Falcone era solito ascoltare. Il 20 luglio, via alla musica e il parco archeologico si trasformerà in una “fiesta”: il live prorompente ed “energetico” di Roy Paci, un vero “remix” di otto suoi pezzi celebri eseguiti con gli Aretuska, ora riproposti con la nuova formazione live. Si prosegue con la musica anche il 24 luglio, ma stavolta si tratta di cantautori italiani: Mogol è stato l’anima e la penna di Lucio Battisti, il legame tra i due non si è esaurito neanche alla morte del cantautore: “Anche se ho scritto qualcosa come 1.500 testi per moltissimi grandi artisti, con Lucio fu l’alchimia perfetta” di Mogol che porta a Morgantina il suo Emozioni – Viaggio tra le canzoni di Battisti e Mogol, un concerto-racconto, tra canzoni, aneddoti e ricordi, con l’aiuto del cantante Gianmarco Carroccia, dotato di una voce molto simile a quella di Lucio, e di un ensemble di sei musicisti. Il 26 luglio, la prima sortita alla Villa romana del Casale, a Piazza Armerina dove il musicista siciliano Pippo Kaballà accompagnato dal pianista e fisarmonicista Antonio Vasta, propone un Viaggio immaginario nella Sicilia della memoria, dove contaminerà di frasi, parole, stili, brani e poesie di Sciascia, Pirandello, Consolo e Brancati, le sue canzoni riarrangiate in modo essenziale e raffinato, che sfiorano i confini della colonna sonora e ricche di citazioni di musica colta, mentre su uno schermo scorrono immagini dai film storici di Visconti, dei Taviani, di Straub e Huillet fino ai cinegiornali. Sarà un modo per rendere omaggio alla Sicilia più autentica della memoria. Si ritorna a Morgantina il 27 luglio per accogliere una delle novelle verghiane più autentiche, dolce e insieme violente: nel centenario della morte di Giovanni Verga, Donatella Finocchiaro sarà La Lupa, ma ha fatto talmente suo il testo da firmarne la drammaturgia e la regia con Luana Rondinelli. La Gna’ Pina, carnale, terragna, che ama ma non è amata, crea un inferno e vi resterà invischiata. Un’altra pagina teatrale molto attesa sarà affidata a Adriano Giannini, il 29 luglio: Lo straniero di Camus è un apatico, un uomo senza qualità e senza guizzi, un “terribile innocente” per dirla con Sartre, uno che non cerca giustificazioni né difese, persino la menzogna gli è estranea. Meursault non è solamente straniero alla società ma anche a se stesso, finirà nel grigiore di una mancata difesa. Altro tema e altro appuntamento, la Sicilia, comune ai tanti Sud del mondo: tra i tanti emigranti che prendevano la strada del mare, c’erano anche le giovanissime spose per procura, che attraversavano l’oceano per raggiungere un uomo sposato sulla carta. Una volta arrivate a Ellis Island, spesso trovavano situazioni ben lontane dalla terra promessa e agognata e dai baldi ragazzoni che affioravano dalle foto: il 2 agosto Venivamo dal mare, spettacolo-concerto per voce pianoforte e pupi, di e con Lucia Sardo, Dino Rubino e Gioacchino Cappelli, che faranno rivivere Annaluna, la curandera, Rosa, la sposa bambina, Maria, la muta, Iolanda, la fuggitiva, Gina, l’orfana felice, che somigliano da vicino alle tante spose bambine di oggi.
Si ritorna alla Villa romana del Casale il 4 agosto per Il Lupo e la Luna, cunto di parole rivelate di Pietrangelo Buttafuoco affidato alla coppia inedita formata da Salvo Piparo e Lello Analfino, nella trasposizione teatrale di Valentino Picone che ne firma anche la regia. È la storia di Scipione il Cicalazadè, o meglio Sinan Pascià in Oriente e il Rinnegato nella sua Messina. Un uomo sempre in bilico tra due mondi, cresciuto alla corte del Sultano, sopraffatto dalla nostalgia per la sua Sicilia e l’amore per Luna, che gli cambieranno la vita. Si ritorna a Morgantina per gli ultimi due appuntamenti: il 5 agosto Ristrutturazione ovvero disavventure casalinghe, racconto ironico e semiserio, a tratti veramente surreale, affidato ad un attore straordinario come è Sergio Rubini e a Carla Cavalluzzi, nei panni di una coppia che decide di “ristrutturare” la casa tanto agognata e infine acquistata: tra preventivi ingrossati, esperti improvvisati, tubi che scoppiano, vasche intasate, visioni e progetti diametralmente opposti, una commedia quotidiana da non dimenticare. Note dal vivo dei Musica da Ripostiglio. Il BarbabluFest si chiuderà il 7 agosto con il concerto di Nicola Piovani (con Marina Cesari al sax e Marco Loddo al contrabbasso): Note a margine è il racconto musicale narrato dagli strumenti che agiscono in scena. A scandire le stazioni di questo viaggio di note in libertà, sarà Piovani che racconterà al pubblico il senso di quei frastagliati percorsi che l’hanno portato ad affiancare De André, Fellini, Luigi Magni, registi spagnoli, francesi, olandesi, alternando l’esecuzione di brani teatralmente inediti a nuove versioni di brani più noti, riarrangiati per l’occasione.