Zingaretti diverso e cattivissimo: a marzo su Sky con la nuova serie tv “Il Re”

di Redazione

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Zingaretti diverso e cattivissimo: a marzo su Sky con la nuova serie tv “Il Re”

| giovedì 03 Febbraio 2022 - 08:50

 

Un piccolo segnale di quello che sarebbe successo c’era già stato nel 2019. Nel sesto episodio della fortunata serie 1994, ovvero del capitolo finale della trilogia ideata da Stefano Accorsi, c’era stata una guest star speciale. Parliamo di Luca Zingaretti, che in quell’occasione aveva vestito i panni del noto  giornalista, storico e saggista Paolo Mieli. Dietro alla telecamera in quell’occasione c’era Giuseppe Gagliardi, regista dell’intero trittico. Ed è forse a partire da quel primo breve incontro tra Zingaretti, il regista calabrese e Sky che è nata la scintilla per dare il via a una nuova serie, questa volta con l’attore romano noto per la sua interpretazione dell’ispettore Montalbano in qualità di protagonista. Ma qui, nel primo prison drama firmato Sky Original, il personaggio di Zingaretti sarà lontano anni luce da quello tratteggiato da Camilleri. Non più rassicurante e alla mano, ma cupo e maestoso, controverso e dalle decisioni alquanto discutibili.

 

Prodotta da Sky Studios con le case cinematografiche Wildside e The Apartment, del gruppo Fremantle, in collaborazione con Zocotoco, la serie intitolata “Il Re” sarà disponibile a partire da marzo, in 8 episodi, su Sky e Now. Di certo con questo ruolo Zingaretti riuscirà finalmente a staccarsi in modo deciso dal personaggio che lo a reso celebre. Qui interpreta infatti Bruno Testori, direttore del carcere di San Michele che gestisce l’istituto in modo del tutto personale. A contare in questo piccolissimo universo, come scopriranno gli spettatori, non sono le leggi ufficiali, non sono le regolari procedure, quanto invece la sua visione del mondo, o meglio, il suo modo di leggere le azioni e il passato dei detenuti. Ecco allora che il contorto direttore alterna atti di generosità ad atti di pura e ragionata spietatezza, gestendo l’istituto come un regno a parte, con regole speciali.

 

Ma non esiste solamente il mondo all’interno del carcere. C’è anche la vita al di fuori, quella che non può essere controllata in modo altrettanto efficace. E c’è di più: a far scattare la molla della narrazione c’è anche e soprattutto l’intervento di un pubblico ministero (interpretato da Anna Bonaiuto) deciso a fare luce sugli illeciti che hanno luogo a San Michele, e di cui ritiene Testori diretto responsabile.

 

Il personaggio di Zingaretti, stando alle prime indiscrezioni provenienti dal set, non è e non vuole essere un cattivo tout court, quanto invece un uomo contrassegnato da importanti chiaroscuri. La costruzione di questo carattere e della sceneggiatura in generale è il frutto dell’impegno di Stefano Bises, Peppe Fiore, Bernardo Pellegrini, Massimo Reale e di Davide Serino, che hanno firmato il soggetto per la regia del già citato Giuseppe Gagliardi.

 

Accanto a Luca Zingaretti e ad Anna Bonaiuto, già premiata al Festival di Venezia e ai Nastri d’Argento, troveremo anche, tra gli altri, Barbora Bobulova (Scialla!, Cuori puri, Cuore sacro), che interpreta l’ex moglie di Testori, nonché Giorgio Colangeli (Il divo, Speravo de morì prima, Un posto sicuro) nelle vesti del comandante della prigione.

 

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