Quando Mourinho è arrivato nella capitale, Roma si è fermata per accoglierlo. Celebrazioni, grande attesa, persino un murales dedicato allo Special One sui muri del quartiere Testaccio, che lo rappresenta in sella a una Vespa con la sciarpa giallorossa al collo. Aspettative importanti per l’allenatore che ha fatto tanti miracoli nella sua carriera e che potrebbe dare la scossa alla squadra della Capitale, sonnecchiante da troppo tempo, nonostante le sue grandi possibilità. A poche settimane da questo ingresso trionfale, però, qualche perplessità serpeggia sui sette colli, soprattutto perché nelle prime sfide della squadra romana è emerso un tratto comune: l’aggressività. Ogni “amichevole” si è infatti chiusa con risse e tensioni, che nulla hanno a che vedere con lo spirito di queste partite preparatorie. Tanto che qualcuno ha cominciato a chiedersi se non si tratti di un effetto del nuovo allenatore e a ragionare su quali potrebbero essere le conseguenze di questo approccio sul lungo periodo, in termini di punteggio, di risultati e anche ovviamente di quote calcio per il mondo delle scommesse.
Nuovi schemi, soprattutto un nuovo stile
L’impressione degli esperti è che l’allenatore portoghese stia mettendo a punto nuovi schemi e tattiche differenti, per fare in modo che i suoi uomini tirino fuori le unghie, rivelando carattere e grinta che non si sono visti nelle ultime stagioni. Il nuovo mister lo ha detto chiaramente ai suoi ragazzi sin dall’inizio: i giallorossi hanno talento e stoffa, ma devono diventare temibili, devono imparare a presentarsi come l’avversario da battere, perché sa lottare su ogni pallone e non si ferma mai. Un paradigma messo in pratica nelle ultime settimane, durante le partite amichevoli che si sono accese di tensioni. Tanto che qualcuno – sorridendo – ha sintetizzato che la nuova Roma di Mourinho “mena”. Un commento salace ma non del tutto sbagliato, se si guarda alle cronache. Nelle prime tre partite giocate i giallorossi hanno messo a segno risultati interessanti: dieci reti contro il Montecatini e poi due vittorie con Ternana e Triestina, ma sempre con qualche momento di scontro. Il modulo adottato è stato lo stesso, quello del 4-2-3-1 e la grinta non è mai mancata, con giocatori come Gianluca Mancini che si sono messi in luce.
Espulsioni a raffica contro gli spagnoli
Nell’inizio di stagione di Mourinho, tutte le partite sono state interpretate con importanza e senza lasciare nulla di intentato. Come dimostra, ad esempio, la sfida tra Betis Siviglia e Roma, finita 5 a 2, durante la quale ci sono stati diversi episodi di tensione e interruzioni continue. Calci, rabbia, tre giocatori espulsi oltre allo stesso allenatore. La Roma ha finito la partita con solo otto giocatori in campo, dopo che il capitano Pellegrini si è “distinto” per insulti e atteggiamenti aggressivi persino contro l’arbitro, mentre Mourinho ha invaso il campo! Comportamenti non proprio da manuale, eppure lo Special One si è schierato a fianco dei suoi ragazzi. Come se l’allenatore portoghese stesse lavorando per costruire una nuova identità per la sua squadra, usando ingredienti come la cattiveria e la determinazione per ritrovare la voglia di vincere. Chi segue il calcio, del resto, sa che uno dei punti di forza del mister portoghese consiste nella sua voglia di risultati. Il gioco e lo stile contano, ma sono i gol e le vittorie quelli che vanno inseguiti. Un altro elemento tipico della conduzione di Mourinho è la capacità di adattarsi alla partita specifica, modificando gioco e atteggiamento della squadra. Un approccio diverso rispetto a quello di Fonseca, che potrebbe portare a sorprese positive e che si manifesta anche con queste partite giocate all’ultimo respiro, come quella con il Porto o con il Betis Siviglia.
La violenza non è mai la soluzione
Peccato, però, che la violenza nel calcio, non sia davvero la soluzione ideale. Anzi, spesso queste esacerbazioni conducono a problemi più gravi, come dimostrano una serie di episodi avvenuti anche vicino a noi. Dai tifosi arrabbiati alle entrate pesanti in campo, gli esempi si moltiplicano. Solo che in questo caso il problema consiste in una aggressività sul campo che non ci si aspetterebbe da professionisti e in un campionato di serie A. I più ottimisti guardano a certi atteggiamenti come a una specie di “fame di risultati”, i pessimisti prevedono il peggio, ma sarà solo il campionato, che ormai è alle porte, a dare ragione a una parte o all’altra. Non resta che seguire le squadre e le sfide: sperando che la sportività con la S maiuscola prevalga.