“A nome della comunità politica autonomista voglio esprimere il nostro più sincero apprezzamento per le parole pronunciate dai presidenti delle Regioni Calabria e Sicilia Spirlì e Musumeci nel corso della conferenza dedicata al Ponte sullo Stretto di Messina, al quale ha preso parte anche l’amministratore delegato di WeBuild, Pietro Salini. Da anni il Ponte sullo stretto è il primo punto della nostra agenda politica, da anni lavoriamo incessantemente su questo fronte e finalmente anche i massimi rappresentanti delle due Regioni direttamente interessate battono un colpo. Era ora”. Così il deputato regionale Giuseppe Compagnone che prosegue: “Condividiamo la voglia e la determinazione di andare avanti con la realizzazione dell’opera, nonostante l’ennesimo tradimento del governo nazionale, ma ora è il momento di passare dalle parole ai fatti”.
“In qualità di presidente della Commissione Europea all’Ars – prosegue Compagnone – ho incontrato nel corso dell’ultimo anno tutti gli attori economici della Sicilia e non ce n’è stato uno che non abbia evidenziato la necessita e l’urgenza di realizzare quest’opera per offrire alla nostra regione l’occasione di mettersi al passo con il resto d’Europa. Il Ponte sullo Stretto è la premessa necessaria, ancorché non sufficiente, per ridurre il gap infrastrutturale che condanna la Sicilia ad un ruolo di subalternità nello scacchiere geopolitico ed economico del mediterraneo. Smettiamola con assistenzialismo! Non ci può essere sviluppo, non ci può essere lotta alla povertà senza creare le condizioni per generare ricchezza. I pannicelli caldi li rispediamo al mittente, è tempo di lottare per l’autodeterminazione della nostra terra.”
“E’ ora di emarginare i professionisti del benaltrismo, nemici della Sicilia, che ritengono a torto che non sia mai il momento giusto per fare il Ponte, fingendo di non comprendere come quest’opera, per la sua realizzazione, deve necessariamente attingere ad altri fondi rispetto a quelli utilizzabili per la mobilità regionale e che, in più, rappresenterà inevitabilmente il traino per la modernizzazione dei collegamenti stradali e ferroviari siciliani. Allo stesso modo – continua Compagnone – vanno emarginati coloro che continuano a sollevare le ragioni più assurde per inchiodare la Sicilia in un limbo europeo. Come coloro che continuano a mentire sul presunto impatto ambientale del Ponte.”
“A costoro – conclude Compagnone – suggerisco di leggere lo studio condotto dall’ingegnere Giovanni Mollica dal quale si evince che ogni anno i traghetti dello Stretto producono 149.688 tonnellate di CO2, 327 tonnellate di ossido di carbonio, 748 tonnellate di ossido di azoto. Quindi chi parla di impatto inquinante del Ponte sullo Stretto dovrebbe avere prima il buon senso di studiare invece di diffondere fake news.”