Ci sono persone che vengono percepite e viste come fortunate, con un atteggiamento sempre positivo e che in linea di massima sono benvolute da tutti. Altre invece che vivono un’esistenza apparentemente caratterizzata da continui ostacoli e seccature, incapaci di vincere una partita a free spins nemmeno se ci giocassero per venti ore di fila, in una cappa di negatività permanente dove tutto gira storto. La differenza è che i primi non si definiranno mai fortunati, mentre i secondi rimarcheranno la loro perenne sfortuna ogni volta che ne avranno la possibilità. Questione di atteggiamento, insomma.
Ed è questo l’aspetto su cui ha indagato Richard Wiseman nel suo libro “Fattore Fortuna”. La fortuna non è casuale ma è il frutto di uno stile di vita che si basa e premia determinati aspetti. Ecco quali sono.
Capacità di intrattenere rapporti sociali e di ampliare la propria rete di contatti
La persone fortunate hanno la capacità di entrare in contatto con gli altri, e coltivano i propri legami nel tempo, ampliando in questo modo le proprie conoscenze.
In linea di massima sono persone solari e rilassate, che amano ascoltare con curiosità quello che gli viene raccontato e hanno la capacità di portare il buon umore negli ambienti che frequentano, e che sanno chiedere scusa quando si accorgono di aver sbagliato.
Un atteggiamento aperto e attento come questo offre la possibilità di ampliare le proprie vedute e le informazioni sul mondo che ci circonda. E avere sempre gli occhi e le orecchie aperte, fa sì che si intercettino le occasioni buone che possono capitare, da sfruttare in maniera costruttiva.
Apertura massima alle nuove esperienze
L’apertura mentale non permette di avere una visione in divenire della vita e del mondo, ma anche di sfruttare qualsiasi occasione che ci capiti tra le mani. La novità non spaventa, anzi è uno spunto per crescere a livello umano o magari professionale. Al contrario, una persona con un atteggiamento concentrato troppo sulle proprie preferenze personali, nel momento in cui avrà la possibilità di approfittare di un’occasione, probabilmente la rifiuterà, accampando scuse e motivazioni improbabili. La comfort zone come regno da preservare a tutti i costi per proteggerci dai rischi della vita moderna.
Una persona aperta mentalmente trova la sua dimensione ideale fuori dalla routine. I preconcetti e il rancore vengono messi da parte, così come la diffidenza e la paura di quello che non si conosce.
Ottimismo innato e capacità d’adattamento
Le persone fortunate non si concentrano su quello che può accadere, vivono il presente con la giusta attitudine, pensando al futuro con ottimismo. E questo gli permette di trasmettere fiducia anche a chi li circonda. Vedere il bicchiere mezzo pieno aiuta a non buttarsi giù inutilmente, ma semmai a pensare a come reagire per girare una determinata situazione a proprio favore.
Questo implica una tendenza ad essere elastici e realisti, senza rifuggiarsi nella scaramanzia, evitando di pensare che tutto dipenda da fattori esterni sfavorevoli.
Non c’è tempo per piangersi addosso, o per concentrarsi in pensieri negativi sulla vita e sugli altri. Quel tempo è tempo rubato alle azioni positive e costruttive.
Meglio apprezzare ciò che si ha piuttosto che concentrarsi troppo su quello che si vorrebbe avere, ma che a causa di resistenze esterne non si è in grado di avere.
Le avversità come spunto per crescere
Gli eventi inattesi e difficili sono quasi all’ordine del giorno nelle nostre vite. Quello che non si dovrebbe fare è prenderli nella maniera sbagliata, e vederli come la classica nuvola carica di pioggia presente soltanto sulle nostre teste. Un’avversità può essere un’occasione per reagire, per migliorare se stessi e diventare quello che non abbiamo mai avuto il coraggio di diventare. Chi ha un atteggiamento positivo sorriderà alle persone mentre aspetta un autobus in ritardo alla fermata, magari intrattenendosi con qualcuno nella stessa situazione. Una persona perennemente sfortunata, in una situazione analoga, non farà altro che chiudersi in sé stessa, passando il tempo a brontolare e a lamentarsi.