“Questa ennesima prova di disattenzione nei confronti della Sicilia è lo strappo definitivo tra il Governo Conte e la Sicilia. Togliere la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina dal Recovery Plan significa condannarci a non avere l’alta velocità almeno per i prossimi 30 anni, determinando così la morte economica della nostra Regione”. Il deputato regionale autonomista Pippo Compagnone, presidente della commissione parlamentare permanente sull’esame delle attività dell’Unione Europea, commenta così la rimozione del progetto di realizzazione del Ponte sullo Stretto dal Recovery Plan.
“Evidentemente se l’Europa, con il corridoio Berlino – Palermo, ha sempre ritenuto strategico il ruolo e la posizione geopolitica della nostra isola, questo governo di ascari e traditori ci considera ancora alla stregua di una colonia. Se il premier Conte, il “premierino” Di Mario, il ministro Paola De Micheli ed i loro danti causa non vogliono la Sicilia in Europa lo dicono chiaramente. Noi ci organizzeremo di conseguenza, soffiando sul sentimento sicilianista ed indipendentista della nostra gente che non si è mai sopito. Appare chiaro a questo punto che occorre in Sicilia un contrappeso politico alle logiche romanocentriche che ci umiliano”
“Questi mediocri soggetti che per nostra sventura hanno in mano il destino della Sicilia – conclude Compagnone – devono capire che il Ponte sullo stretto non è un capriccio. Da mesi, in qualità di presidente della Commissione Parlamentare permanente sull’esame delle attività dell’Unione Europea, incontro i rappresentanti delle istituzioni, dei sindacati, delle categorie produttive. Tutti chiedono grandi investimenti sulle infrastrutture siciliane, tutti vogliono il Ponte, meno che questo strampalato governo.