Joe Biden avanti in Georgia. Il candidato democratico, secondo la Cnn, è passato in testa nello stato, uno dei pochi che ancora deve essere assegnato e che può avere un peso determinante nelle elezioni Usa 2020. Biden, riferisce l’emittente, secondo i risultati live è avanti di 917 voti in Georgia, che vale 16 voti elettorali..
Il conteggio dei voti è ancora in corso in cinque stati chiave. Stati in cui il sostanziale testa a testa tra i due candidati impedisce di fare una chiara proiezione. Biden pero’, dopo aver strappato a Donald Trump Wisconsin e Michigan, rischia di fare il pieno: rimontando a sorpresa in Georgia e Pennsylvania, dove con oltre il 95% dei voti scrutinati si assiste a una situazione di sostanziale parità, e resistendo in Nevada e Arizona, dove l’ex vicepresidente resta leggermente in testa. Trump avanti invece in North Carolina seppur con uno scarto minimo. In particolare, in Nevada (6 voti elettorali) il candidato democratico ha un margine di 11.438 voti, mentre resta di 47.052 il vantaggio di Biden in Arizona (11 voti elettorali). In Pennsylvania (20 voti elettorali) Trump ha invece 18.229 voti di vantaggio sul rivale democratico.
La campagna di Donald Trump ha avviato un’azione legale in Nevada contro presunte irregolarità nel controllo e nella verifica dei voti. Lo riporta Abc. Il Nevada è uno degli stati chiave nella corsa alla Casa Bianca.
“La controversia legale sulle elezioni finirà alla Corte suprema”, ha ribadito il presidente americano in carica Donald Trump dopo aver denunciato (senza fornire prove) che ci sono state “varie irregolarità allarmanti” e che osservatori repubblicani si sono visti negare l’accesso ai seggi di Philadelphia e Detroit. “Il nostro obiettivo è proteggere l’integrità delle elezioni, non consentiremo che ce le rubino, che i nostri elettori siano silenziati”, ha aggiunto. “Se si contano i voti legali vinto facilmente”, si è spinto ad affermare Trump. E il network tv che comprende Abc, Cbs e Msnbc ha interrotto la trasmissione del discorso. L’anchor Brian Williams ha fatto anche un commento imbarazzante per il tycoon: “Ci troviamo ancora nella posizione inusuale non solo di interrompere il presidente degli Usa, ma anche di correggerlo”.
“Non ci saranno Stati rossi o Stati blu quando vinceremo. Ci saranno solo gli Stati Uniti d’America”. Joe Biden parla già da presidente, anche se la lunga maratona elettorale fatta di spasmodica attesa e notti insonni non si è ancora conclusa. Si contano ancora i voti in un pugno di Stati chiave, ma l’ex vicepresidente sente già le chiavi della Casa Bianca in tasca. Anche se Donald Trump, dovesse davvero perdere, non gliele consegnerà così facilmente.
Le tappe che portano all’insediamento di chi guiderà la Casa Bianca nei prossimi quattro anni
* 8 DICEMBRE, DEADLINE PER RISOLVERE LE DISPUTE. Entro questa data dovranno essere concluse le eventuali controversie, a partire da quelle sul voto per posta ancora in fase di spoglio in alcuni stati. Il termine vale anche per l’eventuale riconteggio dei voti nei singoli stati, per le cause nei tribunali e per l’eventuale ricorso alla Corte Suprema.
* 14 DICEMBRE, L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE: spetta al collegio elettorale formato da 538 grandi elettori. Ogni candidato, stato per stato, sceglie quali grandi elettori dovranno rappresentarlo nel collegio. Questi poi si incontrano ciascuno nel suo stato e votano per il candidato che li ha scelti. I grandi elettori che lo tradiscono (caso raro) vengono chiamati “elettori infedeli”
* 3 GENNAIO, AL VIA IL NUOVO CONGRESSO. Il 117/mo Congresso debutterà prima del presidente: Camera dei Rappresentanti e Senato si insedieranno il 3 gennaio 2021 a mezzogiorno.
* 6 GENNAIO, LO SCENARIO PELOSI. La speaker della Camera, terza carica dello stato, ha spiegato che se lo stallo per l’elezione del presidente dovesse sorprendentemente perdurare entro quella data dovrà essere la Camera dei Rappresentanti del Congresso americano (rimasta in mano ai democratici) a decidere.
* DICEMBRE/GENNAIO, LA TRANSIZIONE. E’ il processo per il trasferimento formale dei poteri dal presidente uscente al presidente eletto, se questi dovesse cambiare, dunque se dovesse vincere Joe Biden. Questo processo avviene solitamente tra la proclamazione del nuovo presidente e l’Inauguration Day, data dell’insediamento alla Casa Bianca. Se ne occupano i ‘transition team’ dei due candidati.
* 20 GENNAIO, IL GIURAMENTO. E’ l’Inauguration Day. Il vincitore delle elezioni inizierà il suo mandato presidenziale il 20 gennaio 2021, con la cerimonia del giuramento a Capitol Hill, sede del Congresso americano, in genere alla presenza degli ex presidenti.