Nel giorno del suo 80esimo compleanno ci lascia Gigi Proietti. Istrionico, brillante, un portento sul palcoscenico, capace di riuscire a portare a un suo spettacolo, come con “A me gli occhi”, in tour nei teatri di mezza Italia, centinaia di migliaia di spettatori. “Il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tute le sere”, diceva.
L’anno della svolta arriva nel 1970, quando viene chiamato a sostituire niente di meno che Domenico Modugno, ritiratosi (pare per dissapori con gli autori) dalla produzione del musical “Alleluja brava gente” di Garinei e Giovannini. Una “botta di fortuna” come avrà modo di dire in seguito, che rappresenterà il suo trampolino di lancio.
E’ anche quello l’anno in cui Monicelli lo chiama per “Brancaleone alle crociate” ad interpretare Pattume, reietto colpevole di un peccato tanto ripugnante che non può essere rivelato ad orecchie umane. Della sua spiccata romanità ne trarrà beneficio al momento in cui interpreterà un ruolo che sembra disegnato su sua misura: “Meo Patacca” di Ciorciolini. Ma la vera consacrazione arriva qualche anno più tardi, quando Steno gli affida il ruolo di Mandrake in “Febbre da cavallo”. All’inizio il film non sembra sfondare, poi con il tempo, sostenuto da generosi passaggi televisivi, è diventato un cult movie.
Dalla metà degli anni ’70 ad oggi saranno molte le pellicole che ne accresceranno la fama, con deliziosi ruoli come in “Casotto” di Citti, “Mi faccia causa” dove ritroverà Steno, o il remake di “Febbre da cavallo”, stavolta diretto da Carlo Vanzina. Sempre di Vanzina è da ricordare un’altra commedia, “Un’estate al mare”, dove l’episodio finale in cui Proietti è un attore mezzo sordo impegnato a mettere in scena La signora delle camelie, si rivelerà così spassoso da riscattare l’intera pellicola nel complesso un pò deboluccia. Proprio da doppiatore ha prestato la voce a Robert De Niro, Dustin Hoffman, Charlton Heaston, Kirk Douglas, Paul Newman, Marlon Brando, Gregory Peck. Ma forse sono tre i personaggi che gli daranno più fama: Gatto Silvestro, il Genio in Aladdin e il Sylvester Stallone del primo Rocky. E poi c’è la tv. Accrescerà fama e popolarità vestendo la divisa del “Maresciallo Rocca”, una serie che macinerà ascolti da record. Ma è anche da conduttore che ha dimostrato la sua bravura: “Cavalli di battaglia”, il suo one man show del 2017 targato Rai lo ha consacrato dinanzi il pubblico del sabato sera. Da uomo generoso ha voluto però dedicare parte della sua carriera ad insegnare la nobile arte della recitazione.
(ITALPRESS)