Arriva dalla Sicilia la rivoluzione del panettone. Salato e guarnito con prodotti dell’eccellenza agroalimentare, lo hanno chiamato “pankarretto”, pensando che i sapori contenuti al suo interno ricordino al palato le decorazioni di un carretto siciliano.
Più che di una sfida al “pan de toni” (il più tradizionale dolce del Natale e simbolo di Milano) si tratta di eresia gastronomica. Dietro questo strappo alle regole della tradizione del panettone, c’è la cultura di un territorio e la ricerca spasmodica del best of Sicily, dai grani antichi a produzioni tutelate come presidio “slow food”. Il pankarretto nasce a Cinisi, a pochi chilometri da Palermo. In quel piccolo paese, da un secolo esatto lavora una famiglia di pasticcieri che ha fatto fortuna con cannoli, cassate e dolci alle mandorle.
Oggi la pasticceria Palazzolo esporta in tutto il mondo quei dolci che sanno tanto di Sicilia ed ha aperto succursali in Francia e Spagna. Due i piccoli segreti del ‘pankarretto’: il lievito madre generato dal maestro Santi Palazzolo attraverso una tecnica personale e segreta affinata negli anni e in fase di lievitazione l’impasto viene impreziosito da qualche goccia di birra, la “sicilian pale Ale” del birrificio artigianale Bruno Ribadi. All’interno soltanto ingredienti siciliani: peperoni verdi e rossi, olive nere, pomodori secchi e capperi di Salina.