“Ho riflettuto molto sull’opportunità di intervenire oggi, soprattutto per la preoccupazione di fare da cassa di risonanza a polemiche che ritengo sterili e strumentali. Ma alla fine ho deciso di essere qui non solo per affermare la verità dei fatti, ma anche per voltare pagina e affrontare con forza la volontà di andare oltre, affrontando un presente pieno di incognite e guardando alle sfide del futuro”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nel corso del suo intervento in Consiglio regionale, dopo l’indagine della Procura di Milano sui camici medici e kit sanitari che lo vede coinvolto.
“Sono convinto che giorno dopo giorno la verità verrà a galla”, ha sottolineato il Governatore nel suo intervento in Consiglio regionale respingendo le accuse di “frode in pubbliche forniture” per la vicenda dei camici per gli operatori sanitari forniti alla Regione dall’azienda del cognato, mediante affidamento diretto, poi trasformata in donazione.
Al centro delle polemiche anche il mancato bonifico da 250 mila euro da parte di Fontana al cognato Andrea Dini, segnalato come sospetto alla Banca d’Italia. Fontana aveva iniziato il suo intervento parlando della sua decisione di riferire in aula per “andare avanti, andare oltre” dopo che “abbiamo vissuto e stiamo vivendo una circostanze storica eccezionale: l’emergenza Covid non era prevedibile e che ha investito la Lombardia come uno tsunami”.
“La regione Lombardia non ha speso un euro per i 50 mila camici”, ha tenuto a sottolineare Fontana, che ha aggiunto: “Non tollero dubbi sull’integrità mia e dei miei familiari”.