In tutto il mondo vi sono 166 vaccini a cui i ricercatori stanno lavorando per far fronte all’attuale pandemia di Coronavirus, di cui 25 in fase di sperimentazione sugli esseri umani. Tra questi, il vaccino sviluppato dall’Università di Oxford in collaborazione con la società farmaceutica Astrazeneca è l’ultimo in ordine di tempo ad aver fatto registrare dei risultati incoraggianti.
I dati della prima fase di sperimentazione sugli esseri umani pubblicati sulla rivista Lancet mostrano che le persone testate hanno sviluppato la produzione di anticorpi e che il vaccino non produce effetti collaterali gravi. In particolare, il 90% delle 1.077 persone testate ha prodotto anticorpi dopo aver ricevuto una sola dose, mentre ad altri dieci volontari ne è stata somministrata una seconda e in questo caso tutti e dieci hanno sviluppato una risposta immunitaria. Questo fatto potrebbe suggerire che in alcuni casi potrebbe essere necessario un richiamo, anche se al momento non si è giunti a una quantificazione della dose ideale. Inoltre, non è ancora chiaro quanto queste difese possano durare nel tempo e offrire protezione dalla Covid-19, la malattia causata dal Coronavirus. Dai test poi non è stato evidenziato alcun effetto collaterale grave sulle persone.
Lotta contro il Coronavirus, lo stato dell’arte sul vaccino
Oltre al vaccino in fase di sviluppo a Oxford ve ne sono altri tre arrivati nella stesso stato di avanzamento nei test. Quello dell’azienda biotecnologica “Moderna” è stato il primo in assoluto ad essere sperimentaro sugli esseri umani. Si basa sull’iniezione dell’Rna del Coronavirus (il suo codice genetico) per indurre il sistema immunitario a rispondere ed essere così in grado di combattere l’infezione in futuro. Nelle prime 45 persone che lo hanno ricevuto la risposta immunitaria è stata considerata buona e senza particolari controindicazioni. Nuovi test inizieranno il 27 luglio e coinvolgeranno 30.000 persone. Anche il vaccino messo a punto dalla tedesca Biontech insieme alla statunitense Pfizer si basa sull’inziezione dell’Rna del Coronavirus e sta avendo buone risposte dai test, che si prevede proseguiranno a fine luglio.
Di recente l’amministrazione Trump ha siglato un contratto da 1,9 miliardi di dollari per assicurarsi 100 milioni di dosi entro dicembre e l’opzione per altre 500 milioni di dosi. In caso il vaccino venisse approvato, Pfizer ha previsto di produrne oltre 1,3 miliardi di dosi entro la fine del 2021. La società cinese Sinovac sta invece sviluppando un vaccino basato sull’iniezione del Coronavirus (il Sars-Cov-2) inattivato, il metodo più “classico” conosciuto. I primi test hanno mostrato buoni risultati sotto il profilo della sicurezza e ora continueranno in Brasile. Sono arrivati alle ultime fasi di sperimentazione sugli esseri umani anche i vaccini prodotti dall’azienda farmaceutica Sinopharm a Pechino e Wuhan.