I laureati in Medicina e Chirurgia scenderanno in piazza venerdì 29 maggio per chiedere un’urgente riforma della formazione post laurea. “L’emergere di criticità ingenti nell’ambito della Sanità e della formazione post-laurea dei Medici, ha portato alla mobilitazione di migliaia di laureati e alla coalizione di un gran numero di associazioni e gruppi di rappresentanza”, dichiarano gli organizzatori. L’evento toccherà diverse piazze italiane:L’aquila, Teramo, Reggio Calabria, Napoli, Bologna, Parma, Cesena, Roma, Genova, MIlano, Ancona, Torino, BAri, Cagliari, Palermo, Catania, Messina, Firenze, trento, Padova, Verona.
“In questo contesto si è manifestato un vero e proprio atto di resistenza, che sta coinvolgendo studentesse e studenti, Medici neaobilitati, camici grigi, Medici in formazione specialistica e corsisti di Medicina generale. Tante figure diverse accomunate dalla necessità di una mobilitazione, che ha come tema centrale la riforma della formazione medica”.
Il coordinamento dei giovani medici chiede a gran voce un intervento urgente sulla materia: “Quello che non siamo più disposti ad accettare è il persistere, ormai da troppi anni, di una situazione malsana e contraddittoria: la carenza di Medici Specialisti nelle strutture ospedaliere e, contemporaneamente, il blocco del sistema formativo per i laureati in Medicina“.
“L’emergenza COVID – 19 ha scoperchiato un vaso di Pandora che da anni veniva volutamente ignorato dalla politica – continua la n0ta – Abbiamo vissuto tutti sulla nostra pelle gli effetti dei continui tagli sulla Sanità, pertanto oggi più che mai è necessario prendere atto delle carenze che continuano a persistere, riprogrammare il personale sanitario e salvare il nostro SSN”.
“L’equazione è semplice e immediata: se mancano i Medici, l’intero sistema lavora in un continuo stato di precarietà, rischiando il collasso quando la richiesta di cure è superiore al normale. I risultati negativi di questa equazione si ripercuotono non solo su noi giovani medici, ma su tutta la popolazione che non avrà garantite le cure adeguate, e teoricamente garantite, dal nostro SSN. Non mancano medici, ma medici specialisti dentro gli ospedali, sono migliaia quelli che restano fuori dalle sue porte in attesa di proseguire il proprio percorso di formazione”.
“Questi sono i cosiddetti ‘camici grigi‘, Medici neolaureati che sono rimasti esclusi dalle Scuole di Specializzazione e dal corso di Medicina generale per carenza di posti. Negli anni, l’accumulo dei camici grigi ha progressivamente costituito e alimentato il cosiddetto “imbuto formativo”.
“Ciò che chiediamo è
– l’annullamento dell’ “imbuto formativo”
– la garanzia per i giovani laureati di accedere a un percorso formativo post laurea e di conseguenza rispondere così alla carenza del personale negli ospedali e nel territorio.
– la revisione della figura dello specializzando che ancora oggi viene visto come un semplice studente quando in realtà è un Medico in formazione: è necessario una modifica del contratto che garantisca più diritti ed una vera e certificata acquisizione delle competenze che ne incentivi l’autonomia e allo stesso tempo garantisca la qualità formativa”.
“Purtroppo i numeri che vengono presentati i questi giornii non rispecchiano fedelmente e in modo chiaro quella che l’effettiva situazione: 4200 borse in più non risolveranno la situazione, ma lasceranno fuori ancora migliaia di ‘camici grigi’. È necessaria una riforma che includa un rapporto 1:1, un ampliamento della rete formativa, una revisione delle condizioni contrattuali dello specializzando e una valorizzazione della Medicina Territoriale”.
“In ballo non c’è solo il nostro futuro, ma quello del Sistema sanitario Nazionale, quello di tutta la popolazione Italiana che merita, chiede e necessita di una sanità adeguata. Il simbolo di questa protesta è una X sulle mascherine e un numero, 29 – spiegano ancora gli organizzatori – Infatti, il 29 maggio si terrà un grande atto di resistenza: ci ritroveremo nelle maggiori piazze italiane e lì lasceremo un camice, una scatola di farmaci vuota, oggetti simbolo di una Sanità abbandonata a se stessa”.
“Vogliamo essere i protagonisti del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Vogliamo fare il nostro lavoro da Specialisti e non da Medici precari. Crediamo che questa battaglia debba essere di tutti e quindi facciamo un appello a tutti i cittadini affinché scendano con noi in piazza il 29. E per chi non lo potrà fare chiediamo di porre il simbolo della rivolta sulla mascherina, oggetto diventato oramai di uso comune”.
Questi i promotori dell’iniziativa:
Associazione Salviamo Ippocrate
Chi si cura di te?
ER – Ex Rappresentanti in prima linea
Farmacia Politica
Link Area Medica
Materia Grigia
Segretariato Italiano Giovani Medici