“Oggi la Commissione europea annuncerà la sua proposta di ‘recovery plan’. L’Italia deve farsi trovare pronta all’appuntamento. Deve programmare la propria ripresa e utilizzare i fondi europei che verranno messi a disposizione varando un ‘piano strategico che ponga le basi di un nuovo patto tra le forze produttive e le forze sociali del nostro Paese.
Questo è il momento per alzare la testa e volgere il nostro sguardo al futuro. Abbracciando questa prospettiva, con coraggio e visione, trasformeremo questa crisi in opportunità”. Così il premier Giuseppe Conte, in un intervento sul Corriere della Sera.
Conte “Un piano strategico per trasformare crisi in opportunità”
Poi, indica sette punti, definiti come “azioni fondamentali”, per “recuperare il divario di crescita economica e produttività, nei confronti degli altri Paesi europei”. In particolare, il presidente del Consiglio spiega che “siamo al lavoro per la modernizzazione del Paese. Introdurremo incentivi alla digitalizzazione, ai pagamenti elettronici e all’innovazione”.
In secondo luogo “dobbiamo moltiplicare gli strumenti utili a rafforzare la capitalizzazione e il consolidamento delle imprese, anche al fine di sostenere l’attività delle filiere produttive nella fase di ripresa, con particolare riguardo a quelle in maggiore sofferenza”.
E ancora “occorrono una decisa azione di rilancio degli investimenti pubblici e privati e una drastica riduzione della burocrazia”. Inoltre “occorre una graduale ma decisa transizione verso un’economia sostenibile, legata al green deal europeo, che nel caso del nostro Paese si deve associare a nuove forme di tutela e promozione del territorio e del patrimonio paesaggistico e culturale”.
Secondo Conte bisogna “puntare su un grande investimento per il diritto allo studio e per l’innovazione dell’offerta formativa, affinchè l’Italia sia tra i primi posti in Europa per giovani con titoli di studio universitario”, così come “abbreviare i tempi della giustizia penale e della giustizia civile”.
Infine “introdurremo una seria riforma fiscale. Non possiamo più permetterci un fisco iniquo e inefficiente. L’attuale disciplina fiscale è un dedalo inestricabile”. Per il premier “queste azioni costituiranno la struttura portante del nostro ‘recovery plan’”.