Nel decimo anniversario del ‘Tripletè, l’Inter, e tutto il calcio italiano, perde uno dei suoi allenatori più amati e stimati. A 81 anni è morto a Pisa Gigi Simoni, colpito quasi un anno fa un ictus nella sua abitazione e ricoverato d’urgenza nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Cinisello della città toscana.
Morto Gigi Simoni, con l’Inter scudetto sfiorato e una Coppa Uefa
Nato a Crevalcore il 22 gennaio 1939, Simoni ha avuto anche una buona carriera da giocatore militando nel Mantova di Edmondo Fabbri, poi nel Napoli, al Torino e alla Juventus.
Da allenatore, ha iniziato la carriera sulla panchina del Genoa in Serie B, poi per due anni guidò il Brescia, prima di portare il Pisa in Serie A e trasferirsi a Roma, sponda Lazio. Poi Empoli e Cosenza, sempre in serie cadetta; ottiene due promozioni con il Pisa (con relativo campionato vinto) e 4 esoneri, con Lazio, Genoa, Empoli e Cosenza (i primi della carriera).
Nel 1990 riparte dalla C1 subentrando alla guida della Carrarese, poi allena la Cremonese e nel 1996 viene nominato allenatore del Napoli. Nel luglio successivo firma un contratto con l’Inter. Grazie anche ai gol del nuovo acquisto Ronaldo, la formazione milanese contende il primato alla Juventus in campionato: il duello si risolve nello scontro diretto, vinto dai bianconeri tra le polemiche.
Lo stesso Simoni viene espulso per ingiurie rivolte all’arbitro Ceccarini, “reo” di non aver fischiato il calcio di rigore per un contatto in area tra Iuliano e Ronaldo. Concluso il torneo al secondo posto, i nerazzurri si consolano vincendo la Coppa Uefa contro la Lazio. La stagione successiva, nonostante l’arrivo di Roberto Baggio, vede l’Inter in difficoltà di gioco e risultati. A fine novembre il tecnico viene esonerato dal presidente Massimo Moratti.
Il 1° giugno 1999 viene nominato allenatore del Piacenza, il 2 giugno 2000 diventa allenatore del Torino in Serie B. Il 10 dicembre 2001 è il tecnico del Cska Sofia. Sulla sua strada l’Ancona, ancora il Napoli, poi Lucchese e Gubbio.
(ITALPRESS).