Paulo Dybala è di nuovo positivo al Covid-19. L’attaccante argentino della Juventus è asintomatico e sta bene, ma il nuovo tampone effettuato, il quarto, nel suo paese ha evidenziato il ritorno del coronavirus nel suo organismo, secondo quanto annunciato dalla spagnola Chiringuito tv. La Juventus non ha confermato la Juventus.
Nel formulare a Dybala gli auguri di una pronta e definitiva guarigione, non si può trascurare la conseguenza pesante che la notizia, qualora confermata, avrebbe sulla possibilità di una ripresa del campionato di Serie A. Dopo i dubbi manifestati domenica sera, e che hanno suscitato la dura reazione del sindacato dei calciatori Aic, il ministro dello Sport Spatafora è stato nelle ultime ore ancora più chiaro a Omnibus su La7: “Sono in corso tra oggi e domani contatti tra il comitato tecnico scientifico e la Figc, che aveva presentato un protocollo per gli allenamenti ritenuto dal comitato non sufficiente. Ma ripresa degli allenamenti non significa ripresa campionato. Se non vogliamo avere incertezze basterà seguire la linea di Francia e Olanda che hanno fermato tutto. Io sinceramente vedo il sentiero per la ripresa sempre più stretto. Il discorso allenamenti è diverso, ma fossi nei presidenti penserei alla nuova stagione. La scelta della Francia può spingere anche l’Italia e altri paesi europei a seguire quella linea e leggendo certe dichiarazioni potrebbe esserci una maggioranza dei presidenti pronta a chiedere la sospensione per preparare al meglio il prossimo campionato”.
Il riferimento del ministro alla Francia è rivolto alle parole del primo ministro Edouard Philippe che ha fermato tutte le attività sportive fino a settembre, decretando di fatto lo stop anticipato al campionato di calcio, la Ligue 1. Una decisione che sarà ratificata dalla LFP, la FIGC transalpina, nella riunione annunciata per domani, 30 aprile: L’ufficio di presidenza del consiglio di amministrazione si riunirà il 30 aprile per studiare le conseguenze sportive ed economiche delle misure annunciate dal primo ministro.
Questo ufficio sarà seguito da un consiglio di amministrazione che dovrà formalmente decidere di terminare la stagione 2019/2020 e quindi convocare un’assemblea generale dell’LFP. “Il consiglio di amministrazione di LFP ha preso atto delle dichiarazioni del primo ministro Edouard Philippe. Come dall’inizio di questa crisi sanitaria, la LFP seguirà rigorosamente le istruzioni del governo e delle autorità sanitarie. L’ufficio di presidenza del consiglio di amministrazione si riunirà il 30 aprile per studiare le conseguenze sportive ed economiche delle misure annunciate dal primo ministro. Questo ufficio sarà seguito da un consiglio di amministrazione che dovrà formalmente decidere di terminare la stagione 2019/2020 e quindi convocare un’assemblea generale dell’LFP”.
Già l’Olanda, dopo le decisioni del governo, ha dovuto chiudere la stagione calcistica, con la fine anticipata della Eredivisie, il massimo campionato, senza decretare un campione e bloccando le retrocessioni, dando l’avvio a una serie di ricorsi giudiziari dei club che si ritengono danneggiati. Il Belgio potrebbe seguire la stessa strada nei prossimi giorni. Dubbi forti permangono in Spagna, mentre la Germania dovrà fare i conti con il nuovo aumento del tasso di contagiosità e potrebbe rivedere l’ipotesi di una ripresa.
Si fa sempre più difficile, dunque, ipotizzare un ritorno in campo delle squadre di serie A, per non parlare di quelle delle serie inferiori. Non resta che capire quale potrà essere il Piano B che la Figc può studiare. La Uefa ha fissato il termine del 3 agosto per la conclusione dei tornei e i margini sono sempre più risicati, per una ripresa degli allenamenti, se si andasse oltre l’attuale data prevista per il 18 maggio.