Poche righe, se scritte dal Papa, bastano a smentire, a contraddire un’intera pagina di un documento dei vescovi.
Accade che in un post sui canali social, Papa Francesco dica tutto il contrario di quanto affermato nel documento della Conferenza episcopale italiana sui contenuti del nuovo Dpcm annunciato domenica sera dal premier Conte.
Niente messe con la presenza dei fedeli, ancora per qualche settimana. Questa disposizione ha suscitato la reazione dei vescovi di tutta Italia che hanno diffuso una nota, poi ripresa e rilanciata dalle conferenze regionali episcopali.
“I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”, si leggeva nel comunicato della Cei diffuso il 26 aprile, subito dopo la conferenza stampa di Conte.
Parole che danno voce al malessere dei cattolici italiani, almeno quelli praticanti, che oltre al disagio di vivere “reclusi” in casa da quasi due mesi, aggiungono quello di dover rinunciare all’Eucaristia.
La protesta ferma e decisa dei porporati ha avuto vasta eco, segnando la prima frattura tra il mondo cattolico italiano e l’azione del governo, come sottolineato dal documento, in cui si ricordano anche le condizioni precise per la rinuncia alle messe: “la Chiesa ha accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria. Un’interlocuzione nel corso della quale più volte si è sottolineato in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale”.
“Non è ancora il momento”, ha risposto, qui sintetizziamo, lo stesso Conte, durante la sua visita in Lombardia e il Papa, di fatto smentendo e tacitando i vescovi, con poche parole: “In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia a tutti noi la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”.
Insomma, prima la salute fisica e poi quella dello spirito. Con buona pace dei vescovi