L’emergenza Coronavirus costituisce motivo per fare uscire dal carcere e ottenere i domiciliari due boss di mafia e ‘ndrangheta. Secondo quanto riporta in esclusiva L’Espresso Francesco Bonura, 78 anni, considerato uno dei boss più influenti, e Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto esponente della ‘ndrangheta, sono usciti dal carcere in considerazione del loro stato di salute.
Bonura, condannato definitivamente per associazione mafiosa a 23 anni, si trovava al 41bis. Il giudice di sorveglianza del Tribunale di Milano, secondo quanto riporta L’Espresso, ha concesso gli arresti in casa sostenendo i motivi di salute sottolineando “siffatta situazione facoltizza” il magistrato “a provvedere con urgenza al differimento dell’esecuzione pena”. Il giudice ha escluso il pericolo di fuga e, concedendo i domiciliari, ha disposto che “non potrà incontrare, senza alcuna ragione, pregiudicati” e inoltre, “lo autorizza” ad uscire da casa, ogni volta che occorrerà “per motivi di salute” anche dei familiari.
Il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta, ricorda L’Espresso, definiva Bonura “un mafioso “valoroso”” sottolineando che il boss “è stato uno degli imputati del primo maxi processo a Cosa nostra dove è stato condannato e che successivamente si è avvicinato a Bernardo Provenzano”.
Nelle scorse settimane, ricorda sempre L’Espresso, è stato posto agli arresti domiciliari dai giudici della corte d’assise di Catanzaro, Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto un boss della ‘ndrangheta. Il suo stato di salute è stato giudicato incompatibile col carcere in considerazione dell’attuale emergenza epidemiologica. Iannazzo, detto “il moretto”, è indicato come il capo del clan di Lamezia Terme (a luglio 2018 condannato anche in appello a 14 anni 6 mesi) e adesso torna a casa proprio nel cuore di Lamezia.