E’ prevista domani una riunione della cabina di regia tra il governo, le Regioni e i Comuni, convocata dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia per coordinare le decisioni e valutare le scelte da compiere in vista della “fase 2” della ripartenza. Alla riunione dovrebbe prendere parte il ministro della Salute Roberto Speranza.
“E’ assolutamente impossibile oggi dire che il 4 maggio è una data sicura” per la riapertura di tutte le attività oggi sospese per il coronavirus, ha detto Vito Crimi, capo politico di M5s a In viva voce, su Radio Rai. “Credo che dobbiamo aspettare per vedere come evolve la situazione, dobbiamo sentire il parere del comitato tecnico-scientifico, il parere delle parti sociali ed economiche, e la politica a quel punto decide avendo come obiettivo prioritario la tutela della salute; una riapertura affrettata avrebbe conseguenze eccessivamente negative”.
CAMPANIA – C’è “chi preme per affrettare la ripresa di tutto ma dobbiamo avere grande senso di responsabilità”. Lo ha detto il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, nel corso di una conferenza per fare il punto sull’emergenza Coronavirus. “Se dovessimo avere corse in avanti in regioni dove c’è il contagio così forte, la Campania chiuderà i suoi confini. Faremo una ordinanza per vietare l’ingresso dei cittadini provenienti da quelle regioni”, ha proseguito De Luca.
“Se manteniamo il rigore che abbiamo avuto finora, a metà maggio potremo dire di aver sconfitto in Campania il Coronavirus”, ha detto De Luca. Ha analizzato i dati del contagio dei primi giorni di aprile sottolineando che a questi ritmi si “sarà fuori a metà maggio”. Nei prossimi giorni, ha proseguito sempre De Luca, saranno intensificati i controlli nelle strutture che ospitano gli anziani.
“Stiamo già distribuendo 3 milioni di mascherine perché dal 3/4 maggio l’uso delle mascherine sarà obbligatorio”, ha detto ancora. Le mascherine (in confezione da due), arriveranno, ha spiegato De Luca, nelle case dei campani, grazie ad una intesa con le Poste Italiane. Al momento è stata avviata la distribuzione alle categorie a rischio.
LOMBARDIA – Sulle Rsa “credo proprio che non abbiamo assolutamente sbagliato niente”. Così il governatore Attilio Fontana al Tgr Lombardia sul ricovero nelle strutture di pazienti Covid. “Abbiamo fatto una scelta – ha detto Fontana -, l’Ats doveva controllare le condizioni delle delibera, ossia l’isolamento in singoli reparti e dipendenti dedicati esclusivamente a quei pazienti, e, sulla base delle risultanze tecniche, abbiamo portato avanti il provvedimento”. Lo rifareste? “Certamente, in quel periodo drammatico che stavamo vivendo. Abbiamo liberato posti in ospedale”.
“Nell’ipotesi in cui l’evoluzione del virus dovesse andare in senso positivo e ci fossero le condizioni, noi il 4 maggio dovremo essere pronti per la riapertura, purché non prescinda mai dalla sicurezza dei nostri cittadini e lavoratori”, aveva detto il governatore in mattinata in collegamento con Mattino Cinque. “La condizione ineludibile per parlare di riapertura è che ci sia il via libera della scienza. Se la scienza ci dirà bisogna stare chiusi staremo chiusi, però allo stesso tempo non possiamo farci trovare impreparati”, ha aggiunto Fontana.
Per quanto riguarda il capitolo delle inchieste sulle Rsa, le Case di riposo e degenza per anziani, dove il coronavirus, anche a detta dell’Oms ha compiuto “un massacro”, Fontana, a Mattino5, risponde: “Io aspetto con estrema serenità l’esito”. E alla domanda ‘se pensa che dalle indagini della magistratura sui contagi e i decessi per Coronavirus nella case di riposo possano emergere ‘errori gravi’ da parte della giunta lombarda’, ha risposto: “Noi abbiamo fatto una delibera che è stata proposta dai nostri tecnici. Sono stati i nostri esperti che ci hanno detto che a determinate condizioni – e cioè che esistessero dei reparti assolutamente isolati dal resto della struttura e addetti dedicati esclusivamente ai malati Covid – la cosa si poteva fare”.
“Noi abbiamo fatto questa proposta – ha proseguito – e le case di riposo che avevano queste condizioni hanno aderito. Non bisogna dimenticare che la scelta è stata fatta perché non avevamo più posti negli ospedali per ricoverare la gente che non poteva più essere curata a casa. Però sono stati i nostri tecnici che ci hanno fatto la proposta, che hanno valutato le condizioni delle singole case di riposo e noi ci siamo adeguati”.
VENETO – “Il trend positivo sui positivi ci fa preparare bene alla ripartenza: il lockdown non esiste più”, ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia. “Stiamo lavorando alacremente – spiega – per presentare un progetto di messa in sicurezza per la ripartenza”. “Se dipendesse da me riaprirei tutto il 4 maggio con gradualità e senso di responsabilità”.
EMILIA ROMAGNA – Per quanto riguarda la ‘Fase 2’ il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini rinvia invece al governo l’ultima parola. “È il governo che ha l’ultima parola sulla ripartenza delle fabbriche. Le regioni possono solo fare proposte sulle filiere strategiche nel loro territorio”, afferma in un’interbista a ‘La Repubblica’. Sulla ripresa “bisogna continuare a gestire un’emergenza sanitaria che resta difficile. Non ho intenzione di fare polemiche, voglio invece dare una mano per arrivare presto a un Piano per il Paese. Di cui c’è bisogno”. Su una possibile ripartenza in base alle aree geografiche, aggiunge: “Penso non sia il momento delle divisioni. Serve unità. Né mi permetto io di indicare quale sia la strada giusta per le altre regioni. Il governo ha giustamente l’ultima parola. Per parte nostra vogliamo dare una mano a definire un Piano Paese: costruire accordi territoriali per una ripartenza sicura. In Emilia Romagna abbiamo deciso con le parti sociali che metteremo a punto un progetto per far ripartire gradualmente le filiere a valenza internazionale e i cantieri delle opere pubbliche”.