“Le misure di due settimane fa iniziano a sentirsi. Nelle prossime ore dovremmo vedere altri effetti, capiremo se davvero la curva della crescita si sta appiattendo. I numeri restano alti: 63 mila contagiati”. Cosi’ il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, in un’intervista a la Repubblica.
Quanto al numero reale di contagiati, secondo Borrelli “il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti e’ credibile”. Quanto ai dati che vengono forniti ogni giorno alle 18, osserva: “Possono essere dati imperfetti, ma dal primo giorno ho assicurato che avrei detto la verita’, e’ un impegno che ho preso con il Paese. Se ora ci fermassimo ci accuserebbero di nascondere le cose. E poi eravamo in mano alle singole Regioni, ai numeri degli assessori alla Sanita’. Nelle prime settimane e’ stato il caos. A fatica siamo riusciti a ricondurre i governatori alla ragione, adesso non possiamo fermare questo appuntamento nazionale”. Sui problemi piu’ gravi da affrontare dice: “Dovremmo poter comprare i ventilatori da terapia intensiva nei supermercati, le mascherine ad ogni angolo e invece stiamo faticando. Deve partire la produzione nazionale, prima possibile. L’Italia su certi beni cosi’ importanti, ora capiamo vitali, deve cambiare traiettoria, fare scorte, reinsediare filiere sul territorio”. Inoltre “nei momenti speciali servono leggi speciali e qualsiasi dirigente non deve aver paura a mettere una firma. La Protezione civile ha bisogno di rapidita’: non siamo burocrati, ma, come si diceva nel 1915, volontari del Regno che devono godere della fiducia dei governanti e della nazione. Sulle mascherine siamo arrivati tardi”. Alla domanda se le risorse stanziate per l’emergenza sono sufficienti, Borrelli risponde: “I soldi ci sono, ci vuole liberta’ d’azione”. Con l’arrivo dell’estate, il 21 giugno, ci saremo lasciati alle spalle il coronavirus? “Nessuno può ancora dirlo” ha detto.