Un nome nuovo per il virus che sta minacciando due terzi della popolazione mondiale. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha fatto il punto sul rischio pandemia: “Abbiamo un nome per il nuovo coronavirus: è ‘Covid-19′”.
“Un virus può creare più sconvolgimenti politici, economici e sociali di qualsiasi attacco terroristico: il mondo si deve svegliare e considerare questo virus come il nemico numero uno. Abbiamo una finestra di opportunità adesso. Il tempismo è essenziale”, ha sottolineato Ghebreyesus.
“Voglio ricordare al mondo di usare questa opportunità – ha aggiunto Ghebreyesus – facendo tutto il possibile per fermare il virus. C’è tempo. Il tempismo è essenziale. Bisogna agire con senso d’urgenza – continua C’è ancora tempo, ma il tempo passa, dobbiamo agire con un senso di urgenza e con una forte volontà politica. Il fattore tempo è fondamentale”,
“Lo sviluppo di vaccini e cure è un aspetto importante dell’agenda della ricerca, ma non è la sola. Ci vorrò del tempo per svilupparli, ma nel frattempo non siamo privi di difese“. “Ci sono molti interventi di sanità pubblica disponibili ora, che impediscono l’infezione ora”, ha aggiunto il dg dell’Oms chiedendo un investimento di 675 milioni di dollari a sostegno della lotta al coronavirus nei Paesi più colpiti.
“Ricordo che l’Oms il 23 gennaio non ha proclamato lo stato di emergenza“. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso dell’audizione al comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, in merito al coronavirus n-Cov.
“È evidente che il principio di massima precauzione è stato applicato con scrupolo e tempestività – ha aggiunto Speranza -. L’Italia è tra i paesi europei e del mondo che hanno adottato il più alto livello di precauzione. L’evoluzione della diffusione del coronavirus va seguita con attenzione ma sono sbagliati e infondati gli allarmismi”.
“Secondo gli accordi di Schengen la sospensione della libera circolazione tra le frontiere deve essere limitata nel tempo e corrispondere ad una misura indispensabile per tutelare la salute pubblica – ha aggiunto -. Il 4 febbraio il direttore del centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha affermato che la decisione di sospendere gli accordi di Schengen a causa dell’epidemia di Coronavirus allo stato attuale non è giustificata dal punto di vista scientifico, ha aggiunto che l’impatto potenziale dell’epidemia è alto ed esiste una probabilità di casi di importazione nei paesi dell’Unione Europea mentre la probabilità di un contagio diffuso da uomo ad uomo in Europa è basso. Allo stato non vi sono elementi tali da poter giustificare una limitazione della libertà di circolazione delle persone all’interno dell’area Schengen”.