La cerimonia di riunificazione dei partiti democristiani si celebra a 26 anni dalla trasformazione della Dc in Partito Popolare, e non a caso è stata aperta da un video del fondatore Mino Martinazzoli, una gag sulla pretesa di un giovane manager di riformare l’incompiuta di Schubert. La platea l’ha accolta in piedi, con un lunghissimo applauso, qualche lacrima e un commento ad alta voce: “Sembra che parli dei Grillini”.
In sostanza il nuovo partito è quello antico, lo scudo crociato campeggia in sala e sarà il simbolo di questa Dc.3, con tanto di scritta ‘libertas’ e senza le vele dei vari Ccd e Cdu della Seconda Repubblica. Si torna all’antico, ma si rispetterà la volontà di Martinazzoli e della direzione democristiana di modificare il nome in Partito Popolare: in pratica si tornerà alle decisioni di 26 anni fa, quando la Dc provò a rilanciarsi in forma di Partito Popolare.
Il nome del partito non sarà tuttavia Partito Popolare: “È una forma di rispetto per l’amico Castagnetti – ha spiegato Gianfranco Rotondi – quel nome nella Seconda Repubblica è stato storia sua e di altri autorevoli amici”. Il nome sarà la traduzione italiana del del Ppe, a cui i democristiani si riferiscono. Il nome del Ppe è “Partito dei popoli europei”. La nuova Dc sarà battezzata entro due mesi da un congresso, e con ogni probabilità si chiamerà “Partito del Popolo italiano”. (ITALPRESS)