I destinatari colpiti dalle misure cautelari – uno considerato il dominus dell’intero sistema, l’altro, il suo principale collaboratore – si sarebbero servizi di una fitta schiera di “procacciatori di pazienti” e complici.
Denunciati dipendenti pubblici, medici, responsabili di CAF.
L’indagine avrebbe messo in evidenza “scambi di favori, rapporti inopportuni, vantaggi di varia natura, che hanno costituito l’humus ideale sul quale costruire il sistema illecito”, scrivono gli investigatori.
Gli indagati avrebbero cercato “potenziali clienti”, tra bisognosi e “disponibili” a ottenere riconoscimenti pensionistici o assistenziali.
Stabilito il contatto con “il candidato all’invalidità”, gli indagati lo avrebbero indirizzato a medici compiacenti che avrebbero redatto i certificati necessari ad attestare la sussistenza delle patologie “utili” per l’ottenimento delle indennità.
(ITALPRESS).