È partita, nella notte, l’offensiva iraniana contro le forze militari americane in Iraq. Dando inizio all’operazione “Soleimani Martire“, l’Iran sferra un attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione, tra cui militari italiani.
Colpiti diversi obiettivi: almeno 80 morti e 200 feriti.
Una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio partita dal territorio iraniano e che si è abbattuta contro la base di al-Asad e contro quella di Erbil, come prima rappresaglia per l’uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli Usa.
“L’Iran ha lanciato più di una dozzina di missili balistici contro le forze militari statunitensi e di coalizione in Iraq – ha comunicato il Pentagono – È chiaro che questi missili sono stati lanciati dall’Iran e hanno preso di mira almeno due basi militari irachene che ospitano il personale militare degli Stati Uniti e della coalizione ad Al-Assad e Irbil”.
Il Pentagono, in una nota, ha affermato che dopo aver messo al corrente dei fatti il presidente americano Donald Trump sta ancora valutando le conseguenze dell’offensiva. Intanto a Washington si è riunito il consiglio per la sicurezza nazionale alla presenza del segretario di Stato Mike Pompeo e del numero uno del Pentagono Mark Esper.
“Va tutto bene! – ha twittato il presidente americano Donald Trump dopo il raid iraniano – Missili lanciati dall’Iran in due basi militari situate in Iraq. In corso valutazione dei danni e delle vittime. Fin qui tutto bene! Abbiamo di gran lunga le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo! Farò una dichiarazione in mattinata”.
Il personale del contingente militare italiano ad Erbil si è radunato in un’area di sicurezza – secondo quanto appreso dall’ANSA – e gli uomini si sarebbero rifugiati in appositi bunker. Risultano tutti illesi.
Da Teheran il corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane ha annunciato come “la feroce vendetta” per l’uccisione del generale Soleimani è iniziata.
Ha inoltre affermato che l’operazione iniziale si è conclusa con successo e che la base di al-Asad, contro cui sarebbero stati lanciati almeno 35 missili, “è stata completamente distrutta”.
L’Iran minaccia quindi “azioni ancor più devastanti” se gli Usa dovessero decidere di rispondere. “Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio – avvertono le Guardie Rivoluzionarie – Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite in un terzo round di attacchi da parte dell’Iran”. Intanto volano le quotazioni del petrolio, balzato del 3,4% a 65 dollari, e dell’oro, a quota 1.600 dollari l’oncia ai massimi dal 2013.
Immagine da Twitter.