Era il 6 gennaio 1980 quando l’ex presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, veniva brutalmente ucciso dalla mafia in via Libertà a Palermo.
Nel giorno del 40° anniversario della sua morte, il nome di Piersanti Mattarella riecheggerà anche nel Giardino Inglese.
A nome dell’Amministrazione comunale e della Città di Palermo, in occasione del 40° anniversario della morte di Piersanti Mattarella, domani il sindaco Leoluca Orlando intitolerà all’ex presidente della Regione, “vittima di potere criminale mafioso”, l’attuale Giardino Inglese, che diverrà Parco Piersanti Mattarella – Giardino all’inglese.
La cerimonia di intitolazione si svolgerà, alla presenza dei familiari del presidente della Regione ucciso, alle ore 09.30 con ingresso al Giardino dalla via Libertà.
Alle ore 9.00 sempre in via Libertà, ma nel tratto in cui avvenne l’omicidio, si svolgerà una cerimonia istituzionale con la deposizione di corone da parte delle Autorità accanto alla lapide commemorativa.
“Saremo presenti – ha spiegato il segretario generale Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana – per commemorare una Figura istituzionale, un Uomo che resta stimolo, ‘faro’ ed esempio per chi vuole una Sicilia libera dall’oppressione mafiosa, rinata economicamente e socialmente. Dell’ex Presidente Mattarella ricordiamo la forza di sacrificio spinta dal grande amore per questa terra, l’impegno per i più deboli attraverso le politiche sociali , la lotta alla corruzione e infiltrazione mafiosa con una nuova normativa sugli appalti pubblici a favore della trasparenza, e ogni azione quotidiana mirata allo sviluppo della legalità e alla tutela dei diritti di tutti i cittadini. Provvedimenti sui quali ancora oggi come sindacato chiediamo di puntare per far rinascere finalmente i nostri territori, ricordiamo Piersanti Mattarella perché attraverso la memoria rinnoviamo il nostro impegno per questo obiettivo”.
Piersanti Mattarella fu eletto dall’Ars presidente della Regione Siciliana il 9 febbraio 1978 con 77 voti su 100, il risultato più alto della storia dell’Assemblea, alla guida di una coalizione di centro-sinistra con l’appoggio esterno del Partito Comunista Italiano.
Il suo staff comprende, tra gli altri, Maria Grazia Trizzino come capo di gabinetto, prima donna a ricoprire questo incarico, Rino La Placa, capo della segreteria e futuro deputato regionale, e Leoluca Orlando, successivamente sindaco di Palermo, come consigliere giuridico.
La domenica del 6 gennaio 1980, in Via della Libertà a Palermo, non appena Mattarella fu entrato in una Fiat 132 insieme alla moglie, ai due figli e alla suocera per andare a messa, un sicario si avvicinò al finestrino e lo freddò a colpi di pistola.
Inizialmente fu considerato un attentato terroristico, poiché subito dopo il delitto arrivarono rivendicazioni da parte di un sedicente gruppo neofascista. Pur nel disorientamento del momento, il delitto apparve anomalo per le sue modalità.
Nel 1995 vennero condannati all’ergastolo i mandanti dell’omicidio Mattarella: i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci.
Durante il processo, la moglie di Mattarella, testimone oculare, dichiarò inoltre di riconoscere l’esecutore materiale dell’omicidio nella persona di Giuseppe Valerio Fioravanti, che tuttavia sarà assolto per questo crimine poiché la testimonianza della signora Mattarella e le altre testimonianze contro di lui (quella del fratello Cristiano Fioravanti e del criminale comune pluriomicida Angelo Izzo) non furono ritenute abbastanza attendibili. Gli esecutori materiali non sono mai stati individuati con certezza.