Rischiano di restare bloccati fino a giugno tutti i bandi pubblici per opere di valore fino a 5 milioni di euro. “È uno degli effetti paradossali del decreto-legge chiamato ‘sblocca cantieri’ e della incerta interpretazione offerta dai Tar e dal Consiglio di Stato – denuncia Guido Castelli, presidente della Fondazione Ifel di Anci – la norma mal scritta è stata applicata in maniera difforme e contrastante dalla giustizia amministrativa e fino a giugno il Consiglio di Stato, che si è pronunciato in due giorni, il 19 e 20 dicembre, in modo differente, non darà la sua definitiva interpretazione”.
Il decreto “sblocca cantieri” (dell’aprile 2019) ha modificato l’articolo 97 del codice dei contratti pubblici in tema di offerte anomale, intervenendo sul calcolo della cosiddetta “soglia di anomalia“. “Lo scopo dichiarato dal legislatore, nella sempiterna lotta alla corruzione, era quello di introdurre delle variabili tese a impedire che fossero predeterminabili dagli offerenti i parametri di riferimento per il calcolo della soglia di anomalia – spiega Castelli – ma si è finito per creare un’ambiguità sul sistema di calcolo: un valore percentuale o un valore assoluto? La cavillosità della questione ha fatto pronunciare in maniera difforme almeno cinque Tar regionali. E pure il Consiglio di Stato ha emesso sentenze divergenti, annunciando solo per giugno la sentenza di merito”.
Fino ad allora tutti i bandi pubblici, fino alla soglia di rilievo comunitario (dal 2 gennaio 2020 fissata in 5.350.000 euro) sono di fatto bloccati. “Di fronte a tanta confusione – commenta Guido Castelli – ai funzionari pubblici addetti alle gare in corso in migliaia di Comuni italiani non resta che attendere il nuovo pronunciamento del Consiglio di Stato, dal momento che a tutt’oggi nemmeno i magistrati di Palazzo Spada hanno saputo diradare le nebbie”. (ITALPRESS)