Uno schema regolatorio per portare verso gli standard nazionali chi è in ritardo e superare così il ‘water service divide’, l’efficientamento dei costi operativi e delle gestioni, la valorizzazione della sostenibilità ambientale anche attraverso il Piano per le opere strategiche e gli incentivi agli strumenti di misura dei consumi, per aumentare la consapevolezza dei cittadini sulle proprie abitudini. Sono i principi a cui è ispirato il nuovo Metodo tariffario idrico, deliberato dall’Autorità per l’energia e l’ambiente per il periodo 2020 -2023, che inoltre colloca il settore a pieno titolo nell’economia circolare, premiando anche l’efficienza energetica e prevedendo incentivi per il risparmio e il riuso delle acque.
Si applica a chi, a qualunque titolo, gestisca il servizio idrico sul territorio nazionale. Sono escluse le Province autonome di Trento e Bolzano e sono previste delle particolari direttrici della metodologia per le Regioni a statuto speciale che hanno già legiferato in materia. Maggiori strumenti e fasi di controllo garantiscono che eventuali aumenti tariffari saranno possibili solo a seguito di investimenti effettivamente realizzati o di miglioramenti nella gestione certificati. Viene infatti confermata la presenza di un tetto agli aumenti, per la prima volta differenziato non solo sui costi operativi della gestione, ma anche in ragione dei ricavi per abitante servito.
Viene promossa la sostenibilità ambientale e incentivati gli interventi orientati alla misura dei consumi idrici. Particolarmente rilevante, con l’obiettivo di ridurre la differenza di standard di servizio nelle diverse aree del Paese, l’introduzione dello “schema regolatorio di convergenza”, che consente alle gestioni meno efficienti e in ritardo nell’applicazione della regolazione nazionale di applicare un sistema semplificato per un periodo determinato di tempo e a specifiche condizioni. (ITALPRESS)