“È difficilissimo girare e avere la responsabilità della macchina da presa”. Parola di Luca Medici, in arte Checco Zalone, che ha presentato il suo primo film da regista (oltre che protagonista) “Tolo Tolo“. Al centro della vicenda la storia di Checco che, non compreso da madre patria, trova accoglienza in Africa. Ma una guerra lo costringerà a far ritorno percorrendo la tortuosa rotta dei migranti.
“È andata così – spiega Zalone – Paolo Virzì aveva questo soggetto e piano piano mi rendevo conto che glielo stavo rubando, che in scrittura stavo costruendo il personaggio su di me. Quando siamo andati a girare non è che mi sia pentito, ma mi son reso conto della difficoltà del dirigere”. Si dice contento il produttore Pietro Valsecchi, da sempre al fianco di Zalone.
“Non è stato semplice raccontare questa storia” rivela il produttore della Taodue Film “il problema era trovare la quadra, Luca era alla sua prima regia e serviva quel tocco magico per mettere in scena la realtà contemporanea. Brecht diceva che bisogna essere seri sulle cose ridicole e ridere sulle cose serie. Sono contento di aver fatto questo grande film e di aver tenuto a battesimo Luca per questa grande avventura”. All’uscita del trailer del film, le polemiche che accusano Zalone di razzismo si sono scatenate.
“Il trailer non c’entra niente con il film – dice l’attore – e ci aspettavamo di destare qualche polemica anche se non fino a questo punto. Non mi aspettavo di essere sulle prime pagine dei giornali e oggetto di dibattito nei talk show. Francamente mi sono anche un po’ stancato e dopo 3 giorni non ho seguito più”. Film politico e anti-salviniano? “Tutto è politica – dice Zalone – Io non mi metto a fare un film contro Salvini. È un film poetico, c’è dentro una grande realtà”. (ITALPRESS)