Tumori, nuove speranze dalle terapie agnostiche

di Redazione

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Tumori, nuove speranze dalle terapie agnostiche

| martedì 17 Dicembre 2019 - 23:35

Le terapie agnostiche sono il futuro della cura contro i tumori perché forniranno a ogni paziente nuove e più efficaci chances di guarigione. Ne hanno discusso questo pomeriggio a Roma clinici, esperti ed esponenti delle istituzioni sanitarie durante l’incontro “Le terapie oncologiche agnostiche. La nuova frontiera nella lotta ai tumori“. L’iniziativa è stata promossa dall’Osservatorio Nazionale per i Diritti dei Malati in collaborazione con l’Osservatorio Sanità e Salute e con il patrocinio del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.

“L’arrivo dell’immunoterapia e delle terapie mirate a bersagli molecolari espressi dalle cellule tumorali – ha spiegato il coordinatore scientifico Stefano Vella, dell’Università Cattolica di Roma – sta già cambiando la filosofia complessiva della terapia dei tumori, sia dal punto di vista della probabilità di risposta clinica che dal punto di vista regolatorio. Ma le terapie oncologiche agnostiche rappresentano un punto di svolta, soprattutto concettuale. Siamo solo all’inizio, ma il futuro è questo. I clinici e i pazienti chiedono alle istituzioni non solo velocità nel riconoscere il valore di queste innovazioni, e di renderle accessibili con equità, ma anche di lavorare per adattare a queste nuove terapie l’intero percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale”.

Per Walter Ricciardi, presidente del Mission board for cancer, l’organismo dell’Unione Europea chiamato a decidere le strategie comunitarie contro il cancro, “le tematiche di cui discutiamo oggi sono sicuramente una parte importante delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione che verranno promosse dal Mission board for cancer. Queste sfide sono necessarie perché gli indicatori di mortalità, l’invecchiamento della popolazione, la transizione epidemiologica e l’innovazione terapeutica se non vengono gestite anziché ridurre le disuguaglianze rischiano di aumentarle”.

“I risultati in termini di sopravvivenza – ha concluso Vella – e di assenza di progressione sono in alcuni casi straordinari ed è stato possibile grazie al lavoro congiunto della ricerca di base, in gran parte pubblica, e della ricerca clinica dell’industria”. (ITALPRESS)

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