Le urne si avviano a consegnare la maggioranza assoluta in Gran Bretagna a Boris Johnson. Secondo gli exit poll pubblicati dalla BBC ai Conservatori andrebbero 368 seggi contro i 191 dei laburisti. Un passo ulteriore verso l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Queste elezioni consegnano di fatti a Boris Johnson le chiavi di Downing Street per i prossimi 5 anni. La Brexit, di conseguenza, sarà inevitabile e imminente. Un risultato del genere per i conservatori non si vedeva dai tempi di Margaret Thatcher. Il messaggio di Johnson, sintetizzato nella promessa-tormentone ‘Get Brexit done’, è passato.
Nigel Farage, dal canto suo, non considera una sconfitta il risultato negativo del suo Brexit Party. Il partito è rimasto con zero seggi secondo l’exit poll. Secondo Farage, intervistato dalla Bbc, ha comunque contribuito a favorire il successo Tory: sia non presentando candidati in oltre 300 collegi, sia togliendo voti ai laburisti di Jeremy Corbyn nell’Inghilterra centro-settentrionale e nel Galles, tradizionalmente di sinistra.
Ma è la Scozia l’altra faccia del trionfo Tory. Nel territorio del Nord, gli indipendentisti dello Snp di Nicola Sturgeon spazzano via tutti i partiti nazionali e quasi azzerano l’avanzata del 2017 degli stessi conservatori. Il dato indica lo Scottish National Party a quota 55 seggi su 59 disponibili, a un soffio dal record storico delle elezioni del 2015 e in netto recupero rispetto ai 35 di due anni fa. Il partito secessionista della Sturgeon è quindi l’unica formazione anti-Brexit ad avanzare.