“Per gli operatori potrebbe essere un problema, almeno sul breve periodo, perché potrà capitare che qualche impresa, per pigrizia o per imperizia, preferisca abbassare il valore del buono pasto ai suoi dipendenti piuttosto che adeguarsi alla digitalizzazione e alla dematerializzazione dei voucher”. Così Emmanuele Massagli, presidente di Anseb, su WeWelfare.it, in merito alla possibilità che le aziende che emettono buoni pasto possano subire una riduzione del fatturato sul breve periodo per poter contribuire alla digitalizzazione dell’economia del Paese.
Ma gli emettitori hanno accettato il rischio: oltre alle quattro società associate in Anseb (Edenred, Day, Sodexho e Cirfood), anche gli altri principali operatori (Repas, Pellegrini, Ep, YesTicket) stanno scommettendo sull’utilizzo di questo tipo di benefit per i loro dipendenti.
Oggi il 60% dei buoni pasto emessi è già elettronico. Nel 2015 erano solo il 30%. Nei prossimi tre anni Anseb scommette sulla quasi totalità del mercato digitalizzato. “In realtà noi speriamo che siano molte le imprese che vorranno cogliere l’opportunità di aumentare il valore del buono fino a 8 euro, scommettendo sulla digitalizzazione”, aggiunge Massagli. “Il buono pasto è il primo step di un processo di welfarizzazione in azienda”, conclude. (ITALPRESS)