Arcelor Mittal ha comunicato alle organizzazioni sindacali nazionali e alle Rsu del sito di Taranto, la decisione di avviare la procedura di richiesta di Cassa integrazione straordinaria per il sito pugliese per 3.500 lavoratori, dopo il rigetto dell’istanza del giudice sulla continuità produttiva dell’altoforno 2.
“La decisione di Arcelor Mittal è di una gravità inaudita poiché, anziché verificare tutte le alternative possibili per non ricorrere ad uno strumento cosi invasivo, utilizza il provvedimento del Giudice per ottenere i risultati che si era prefissata: utilizzare i lavoratori come scudi umani”, commenta Rocco Palombella, segretario generale Uilm.
“La situazione dello stabilimento Arcelor Mittal di Taranto si fa sempre più incerta. Arriva oggi l’annuncio da parte dell’azienda dell’avvio della procedura di cassa integrazione straordinaria per 3.500 lavoratori, includendo i 1.300 attualmente in cassa integrazione ordinaria per i quali una condizione di crisi congiunturale si trasforma in strutturale. Per la Fiom è necessario garantire comunque la continuità produttiva e occupazionale dello stabilimento, nonché chiarire i futuri assetti societari, e il ruolo che in essi intende svolgere il Governo”, osserva Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil. (ITALPRESS)