C’è ancora una Puglia autentica che sopravvive al turismo di massa. Una Puglia umile, figlia di un passato contadino che resiste ancora oggi. È il territorio dei Cinque Reali Siti, una vasta area del basso Tavoliere delle Puglie “colonizzata” su iniziativa di Ferdinando IV di Borbone. Sul finire del 1700 vennero infatti impiantate le colonie di Orta Nova, Stornara, Stornarella, Carapelle e Ordona. Cinque piccole realtà satelliti della provincia di Foggia che portano tutt’oggi i segni evidenti di un trascorso complesso, ma che riescono a conquistare per la loro ricca semplicità.
Vi proponiamo un itinerario in quattro tappe che racchiude le eccellenze di un territorio tanto vasto quanto vario:
A 20 chilometri da Ordona giace l’antichissima città di Herdonia. Le prime tracce dell’insediamento risalgono addirittura al Neolitico, ma è tra il II e il III secolo d.C. che la città acquista un ruolo di primo piano divenendo prima municipio romano e poi vero e proprio crocevia di commerci grazie alla sua connessione con la Via Traiana. L’impatto con Herdonia è forte e quasi straniante. Ci si ritrova in aperta campagna a passeggiare su lastre di pietra di oltre duemila anni tra capitelli di colonne ormai scomparse e steli decorate. Il silenzio assordante concilia con un vero e proprio viaggio nel tempo. C’è l’anfiteatro, il ninfeo, la basilica e persino un magnifico macello incredibilmente ben conservato. Eppure ciò che si può scorgere ad occhio umano è solo una piccola parte di Herdonia. Dei 25 ettari complessivi, gli scavi iniziati negli anni ’60 dal professor Mertens ne hanno portato alla luce soltanto 5. Il resto giace sepolto e, in qualche modo, al sicuro. Terminata la visita tra le rovine, consigliamo vivamente una visita al Museo Archeologico che si trova a Ordona. Lì vengono conservati reperti, storie e testimonianze di una grande città tornata alla luce dopo secoli di oblio.
Quando nel 1611 i Padri Gesuiti del Collegio Romano acquistarono il feudo di Orta, si rese necessaria la realizzazione di una struttura che potesse coordinare al meglio tutte le attività agricole del feudo. Sorse quindi la Masseria gesuitica di Orta Nova, un edificio dalla caratteristica forma ad “L” parzialmente restaurato nella seconda metà degli anni ’90. Oggi accoglie una moderna e funzionale biblioteca comunale, un’area mostre e un laboratorio di archeologia. Ma ciò che vi suggeriamo di visitare è senza dubbio il piccolo “museo” etnografico. Si tratta di una piccola area nella quale è stata riprodotta un’umile abitazione contadina di fine ottocento ricca però di arredamenti, monili e utensili dell’epoca. Anche in questo caso è possibile dare uno sguardo al passato di questa piccola comunità cittadina, tanto ancorata al proprio trascorso contadino da volerlo preservare e anzi valorizzare. I rappresentanti dei Cinque Reali Siti ci hanno assicurato che nei prossimi mesi il museo verrà arricchito e reso ancora più attrattivo. Fondi permettendo.
Tra i Monti Dauni e i vasti territori del Tavoliere, nel territorio di Orsara di Puglia, c’è un luogo in grado di offrire sapori e suggestioni uniche: è l’Agriturismo Posta Guevara di Lucia Di Domenico. Lucia, architetto di formazione ma chef per passione, offre un viaggio tra le eccellenze dei Monti Dauni non solo attraverso i suoi piatti ma anche tramite una narrazione attenta e precisa delle antiche ricette che propone con passione ai suoi ospiti. Recentemente Lucia ha curato la parte enogastronomica della guida “Le vie del Gusto” del Gal Meridaunia di Bovino, un “percorso nelle memorie e nei sapori del passato” che è possibile consultare tra una portata e l’altra. Il benvenuto a “Posta Guevara” lo danno una sala calda e accogliente, il profumo inebriante del pane e il sorriso della padrona di casa Lucia. Tra i piatti “imperdibili” suggeriamo il bauletto di grano mischio con pancetta stufata, la ricca selezione di salumi e formaggi accompagnate da composte e mostarde di fichi, birra e cotogne oltre agli immancabili classici della cucina contadina: il pancotto, l’acquasala, le polpette di pane, le olive dolci, la mela cotta avvolta nella foglia di vite e tantissimi altri piatti semplici e prelibati che è possibile assaporare in quest’oasi del gusto. Posta Guevara, anche scuola di cucina e masseria didattica riconosciuta dalla Regione Puglia, offre stanze moderne e accoglienti oltre a una magnifica piscina immersa nel verde e nel silenzio dell’ex tenuta della famiglia Guevara, duchi di Bovino.
Non potevamo non concludere i nostri suggerimenti sulle quattro tappe imperdibili dei Cinque Reali Siti parlando di vino. Il vino è parte della storia di questo territorio, ne racchiude essenze e tradizioni: dal “volitivo” Nero di Troia all’antico Bombino bianco, passando per la Falanghina, l’Aglianico, il Sangiovese, il Trebbiano e il Montepulciano. Da un lato rossi speziati e profumati, dall’altro bianchi e rosati sorprendentemente eleganti.
Storia millenaria e innovazione. La cantina Placido-Volpone sorge sul territorio dell’antica Herdonia, la zona più siccitosa e ventosa dell’Italia continentale. Il vino è prodotto con attrezzature all’avanguardia, senza però abbandonare le antiche tecniche ereditate della famiglia Volpone. In catalogo 4 rossi, 3 bianchi e 2 rosati. Menzione particolare per il “Mimì”, un Nero di Troia D.O.C. Tavoliere delle Puglie dagli aromi spiccati di frutti rossi e note speziate. Agli amanti dei vini rosati consigliamo il “Faragola”, un Nero di Troia in purezza fresco e delicato ideale per aperitivi a base di salumi e formaggi. La Cantina Placido Volpone è inoltre la prima cantina al mondo a certificare la filiera del suo vino utilizzando la tecnologia Blockchain: un registro utilizzato per la certificazione ed il trasferimento sicuro dei dati.
Viticoltori da 4 generazioni, la famiglia Ladogana di Orta Nova guida la cantina “60 Passi”. È la “cantina delle storie”, come amano definirsi, un omaggio agli antichi “trattùri” che attraversavano l’agro di Passo d’Orta. “60 Passi” vinifica in regime biologico e con i suoi “Don Franc'” e “Philomene”, arricchisce la sua produzione con due “mossi” di livello. “Philomene”, in particolare, è stata medaglia d’argento 2017 al “Rosè International Championship”. Si tratta di un Aglianico in purezza prodotto con la tradizionale vinificazione in bianco di uve rosse e reso frizzante con il metodo charmat. Rosato fresco e molto profumato, ideale in abbinamento con crostacei. L’intera produzione vinicola della famiglia Ladogana deriva dai propri terreni di proprietà.