Il vertice sul Mes, riunitosi nella serata di domenica 1 dicembre, si è concluso dopo quattro ore. L’incontro sul fondo salva-Stati a Palazzo Chigi era stato convocato dal premier Giuseppe Conte.
Presenti tra gli altri il premier Conte, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, il ministro degli Esteri e capo politico del M5S, Luigi Di Maio, il ministro per i Beni Culturali e capo delegazione del Pd nel Governo, Dario Franceschini, e il ministro della Salute Roberto Speranza (Leu). Era assente la delegazione di Italia Viva.
Oggi alle 13 alla Camera e alle 15.30 al Senato il premier Conte terrà un’informativa urgente proprio sulla riforma del Mes.
Vertice Mes “Decisione solo dopo risoluzioni Camere”
“Il Parlamento è sovrano ed è un bene che si sia deciso di non dare nessuna luce verde fino a quando il parlamento non ne discuterà. È il Parlamento che parla per primo. Per noi tante cose nell’Unione Economica e Monetaria vanno riviste”. Lo affermano fonti del M5S dopo il vertice sul Mes.
“Ogni decisione” sul Mes “diventerà definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato a partire dalle risoluzioni che saranno approvate l’11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà in vista del prossimo Consiglio Europeo. Tutto questo in linea con i punti 12) e 13) della risoluzione del Parlamento approvata il 12 giugno 2019.” Lo sottolineano fonti di Palazzo Chigi dopo il vertice sul Mes.
Assente Italia Viva
Italia Viva non ha partecipato al vertice di maggioranza a palazzo Chigi dedicato al Mes. La decisione è stata presa dopo una consultazione tra i massimi dirigenti del partito guidato da Matteo Renzi. Italia Viva legge il vertice come un momento di chiarimento tra Pd e M5s, dopo che sabato si è alzato il tono del confronto fino a divenire scontro. Iv ha ribadito al premier Conte e al ministro Gualtieri che appoggia le loro decisioni.
“Il presidente di Italia Viva Rosato ha spiegato al presidente Conte, visto che il nuovo litigio della maggioranza è sul Mes e noi siamo i pacificatori, che non abbiamo nulla su cui litigare, se la vedessero tra loro“. Lo ha detto Matteo Renzi a Non è l’Arena su La7, intervistato da Massimo Giletti, sull’assenza di Iv a Palazzo Chigi. “Gli italiani sono stanchi di questi vertici ogni tre giorni, vogliono risposte. Sembrano delle serie come Beautiful”, ha aggiunto.
Verso un “package approach”
I punti 12 e 13 della risoluzione del giugno 2019, a firma Molinari-D’Uva (allora era in carica il governo M5S-Lega) impegnano il governo: “a promuovere, in sede europea, una valutazione congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondimento dell’unione economica e monetaria, riservandosi di esprimere la valutazione finale solo all’esito della dettagliata definizione di tutte le varie componenti del pacchetto, favorendo il cosiddetto “package approach“, che possa consentire una condivisione politica di tutte le misure interessate, secondo una logica di equilibrio complessivo”.
“A render note alle Camere le proposte di modifica al trattato Esm, elaborate in sede europea, al fine di consentire al Parlamento di esprimersi con un atto di indirizzo e, conseguentemente, a sospendere ogni determinazione definitiva finché il Parlamento non si sia pronunciato“.
“In vista della prossima riunione dell’Eurogruppo del 4 dicembre 2019 il Governo affronterà il negoziato riguardante l’Unione Economica e Monetaria (completamento della riforma del Mes, strumento di bilancio per la competitività e la convergenza e definizione della roadmap sull’unione bancaria) seguendo una logica di “pacchetto”. Lo sottolineano fonti della presidenza del Consiglio dopo il vertice sul Mes a Palazzo Chigi.
Di Maio “Confronto costruttivo con il Pd”
Al termine del vertice, Di Maio ha parlato di “confronto civile e costruttivo” con il Pd, e ha chiarito: “Nulla si deciderà finché non si arriverà in Parlamento quando il presidente del Consiglio verrà a riferire e si dovrà approvare una risoluzione”.
“Abbiamo dato un mandato molto forte al ministro Gualtieri a trattare e rappresentare gli interessi nazionali sia sulla parte che riguarda l’unione bancaria sia sui miglioramenti del Mes”, ha spiegato Franceschini, confermando che “sarà il Parlamento a dare delle linee di indirizzo con una risoluzione che dovrà ratificare il lavoro fatto fino ad allora”.