In Italia 3 bimbi a settimana in cura perché insonni: gravi disturbi del sonno a causa degli schermi. Troppi stimoli e cellulari la sera.
Esiste una correlazione fra l’esposizione agli schermi elettronici e disturbi del sonno o del comportamento nei bambini. Oltre il 72% dei più piccoli ha serie difficoltà a dormire e manifesta problemi comportamentali.
L’insonnia dei giovanissimi sta diventando un problema diffuso, spesso sottovalutato da genitori e pediatri. A lanciare l’allarme sono gli esperti della medicina del sonno, neurologi e psichiatri infantili, che curano sempre più bambini insonni.
I bambini che già da molto piccoli trascorrono tanto tempo di fronte allo schermo sviluppano seri disturbi del sonno già entro l’età prescolare. E se l’insonnia diventa cronica può favorire disturbi psichiatrici come la depressione. Ma come mai i giovani dormono poco e male? Troppi stimoli la sera!
Sul banco degli imputati la luce blu dei dispositivi tecnologici che modifica la produzione di melatonina, l’ormone del sonno, che regola il ciclo sonno-veglia. Questa luce artificiale manda in tilt l’orologio biologico. Potremmo chiamarla insonnia digitale.
Diverse ricerche hanno dimostrato che smanettare su social, cellulari, tablet e videogiochi per ore prima di andare a letto toglie il sonno; si attiva il sistema di veglia e poi ci si gira nel letto per ore, accumulando sempre più stanchezza.
Lo riportano i ricercatori della KK Women’s and Children Hospital e National University of Singapore, a seguito dell’analisi dell’associazione tra i bambini esposti agli schermi di aggeggi elettronici come tablet e smartphone prima dei 18 mesi di vita e i disturbi del sonno e del comportamento (EBD), e disturbi dello sviluppo neurologico nei bimbi in età prescolare (NDD).
«Abbiamo rilevato una chiara associazione tra un’esposizione precoce ad uno o più monitor presenti nella camera da letto del bambino prima del compimento dei 18 mesi di vita, e la presenza di problemi relativi al sonno, come una bassa qualità del sonno e disturbi comportamentali», ha dichiarato dottor Mae Wong, leader dello studio.
«Anche se questa ricerca ha preso come campione bambini con NDD, i risultati sono applicabili alla popolazione generale e si allineano con le prove già esistenti di altri studi effettuati sui bambini in via di sviluppo».
La ricerca è stata condotta dal 2015 al 2017 e ha coinvolto 367 bambini di un’età compresa tra i 2 e i 5 anni, a Singapore, con NDD come autismo, ritardi linguistici, ritardi dello sviluppo e problemi di apprendimento.
Il 52% dei piccoli partecipanti era esposto ad uno o più schermi prima dei 18 mesi di vita; il 57.7% possedeva almeno uno schermo nella stanza da letto ed oltre il 90% usava gli apparati elettronici più dell’ora limite raccomandata.
Oltre il 72% di questi bimbi presentava gravi disturbi del sonno e quasi il 60% aveva gravi difficoltà emotive/comportamentali.
La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Journal of Developmental & Behavioral Pediatrics. È ormai un problema di salute pubblica, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti.
Il problema, sottovalutato da genitori e pediatri, sta diventando molto diffuso, dilagando e contagiando la generazione dei giovanissimi: quelli sempre connessi, quelli che vivono il cellulare come una protesi.
Tuttavia gli esperti sconsigliano ai genitori di vietare lo smartphone la sera, per non scatenare una terza guerra mondiale in famiglia, ma piuttosto di imporsi il dialogo al posto del divieto.