Nel 2018 il consumo di antibiotici in Italia aumenta dello 0,5% rispetto all’anno precedente e l’antibiotico-resistenza permane una delle più alte a livello europeo, oltre all’impiego inappropriato di questi medicinali che supera il 30% in tutte le condizioni cliniche studiate. Nel 2017 il consumo di dosi ogni mille abitanti era di 20,9, mentre nel 2018 è stato di 21,4. È quanto emerge dal rapporto nazionale 2018 sull’uso degli antibiotici, presentato dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
“È un tema importantissimo. Ogni volta che usiamo un antibiotico, contribuiamo all’antibiotico-resistenza. Ciò significa che deve essere utilizzato nella maniera più appropriata possibile”, ha detto Luca Li Bassi, direttore generale di Aifa. Le prescrizioni, come indicato nel rapporto, si concentrano prevalentemente nei canali dei medici di medicina generale e in quelli pediatrici, con il 75,2% del totale degli antibiotici dispensati.
Le strutture sanitarie pubbliche assorbono l’8,9% delle prescrizioni, mentre gli acquisti da parte dei cittadini in farmacia equivalgono al 15,9%. Rispetto alla media europea, l’Italia consuma il 6% in più di antibiotici. Secondo il rapporto Aifa, è generalmente inappropriato l’uso di antibiotici a seguito di una diagnosi di influenza, raffreddore comune o laringotracheite acuta. È inoltre inopportuno prescrivere amoxicillina e acido clavulanico nei bambini, anziché la sola amoxicillina. Aifa, inoltre, avverte sulla necessità di porre maggiore attenzione all’uso che ne viene fatto nei primi anni di vita. Nei primi sei anni, un bambino su due ha ricevuto, nel 2018, almeno una prescrizione di antibiotici. (ITALPRESS)