“Detto da Arrigo fa piacere, lo ringrazio”. Roberto Mancini incassa i complimenti di Sacchi e, alla vigilia di Italia-Armenia in programma domani sera al Barbera di Palermo, ultima gara del girone di qualificazione agli Europei del 2020, parla della sua Italia che sta andando al di là di ogni più rosea previsione. “Mi aspettavo di qualificarmi – ha dichiarato il Mancio – non le 10 vittorie (9 nel cammino verso gli Europei, più una nell’amichevole con gli Usa, ndr). L’obiettivo era quello di fare qualcosa di diverso per riavvicinare i tifosi con un gioco decente, giocando un calcio offensivo e senza speculare sull’avversario, magari prendendoci anche qualche rischio. I giocatori hanno fatto tutto questo e i risultati sono la conseguenza. Non importa l’avversario, potevamo vincere anche con il Portogallo, la mentalità non cambia in base all’avversario”.
Mancini è soddisfatto del lavoro che hanno fatto gli azzurri in questo anno e mezzo di lavoro. “I ragazzi hanno formato un bel gruppo, c’è un buon feeling, sia in campo che fuori. Mi hanno sorpreso, pensavo che arrivassimo pronti verso marzo-aprile del 2020. Jorginho e Verratti erano già straordinari, ma avevano giocato solo una gara insieme, mentre i giovani, che hanno dimostrato di avere qualità, sono stati bravi a cogliere al volo le occasioni che hanno avuto. Non sarà facile scegliere, sarà un problema lasciare a casa alcuni ragazzi quando bisognerà fare le convocazioni per gli Europei”.
Pochi indizi sulla formazione anti-Armenia, Mancini spiega che ci saranno alcuni cambi rispetto alla gara con la Bosnia, che c’è un po’ di stanchezza e annuncia che giocherà Chiesa. Venduti oltre 20mila biglietti e Mancini augura al Palermo di tornare “presto in serie A, la città lo merita”. (
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