Arresti domiciliari per l’ex eurodeputata di Forza Italia Lara Comi. Tre le misure cautelari, di cui una in carcere, applicate dai finanzieri del Nucleo Polizia economico-finanziaria di Milano e della compagnia Busto Arsizio in seguito all’esecuzione di un’ordinanza del gip di Milano per la seconda fase dell’inchiesta ‘Mensa dei poveri‘.
Coinvolti anche l’ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni, (ai domiciliari), e il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale (in carcere). Le accuse per gli indagati sono, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa.
Secondo gli inquirenti, l’ex parlamentare sapeva di essere nel mirino degli inquirenti e di poter essere indagata. In una conversazione intercettata cerca di concordare versioni da fornire a giornalisti e magistrati.
“Comunque oggi io dirò che non ho mai preso 17k (17mila euro, secondo l’accusa, ndr), non ho mai avuto consulenze con Afol né di società a me collegate che non esistono…”, avrebbe detto Comi rivolgendosi a Maria Teresa Bergamaschi secondo quanto riporta Adnkronos.it.
All’amica con cui tesse affari nel gennaio scorso consiglia di utilizzare “Telegram che è più comodo” e consente la distruzione dei messaggi, quasi a comunicare la paura di essere intercettata. Comi suggerisce anche di non rispondere a telefonate ‘sospette’: “Se dovessero chiamarti non rispondere né al telefono, né agli sms poi ti spiego”.