Insoddisfatti per lo stipendio, soprattutto perché non è adeguato alle responsabilità, gli infermieri millenials sono invece soddisfatti per la loro formazione e per il rapporto con gli infermieri senior.
Giovani infermieri chiedono più formazione con specializzazioni
Non hanno problemi di occupazione, ma si rendono conto che il loro posto migliore sarebbe quello su un territorio e in una residenzialità che ancora resta indietro. Anzi, ciò che vorrebbero sarebbe proprio una maggiore formazione in questo settore come in quello dell’area critica per far fronte alle emergenze e vorrebbero che questo avvenisse con vere e proprie specializzazioni. E’ il quadro che emerge da un sondaggio della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche che, con Fnopi Giovani, sta tracciando il profilo completo della professione infermieristica e delle sue esigenze.
Per la maggior parte (66%) si sono formati nelle strutture universitarie del nord del Paese, il 18% al centro e il 16% al sud. I più hanno conseguito la laurea tra il 2013 e il 2018 e il 34% di loro ha acquisito anche una formazione post-base. Per il 76% l’esperienza lavorativa va da 2 a 5 anni, solo per il 12% è superiore ai 5 anni e solo il 7% è in attesa di occupazione: il 13% è libero professionista, l’80% lavora in strutture pubbliche e private.
Non c’è un ambito operativo che prevale: le percentuali vanno dal 5% per l’area della salute mentale al 21% dell’ambito sociosanitario e residenzialità. L’82% dei professionisti lavora nella regione in cui risiede, il 5% farebbe un’esperienza all’estero. Tra i criteri che hanno orientato la scelta alla professione, motivazioni economiche a parte, c’è anche il bisogno di accrescere competenza ed esperienza.
(ITALPRESS).
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