Collegare le minacce alla senatrice Segre al voto d’aula contrario dei partiti di centrodestra alla sua mozione è stupida propaganda di chi insiste nel tentativo di demonizzare l’avversario politico. Un tentativo fallito sul nascere.
Il paese è ampiamente contro il razzismo, ma non recepisce queste accuse, questi temi come attualità politica, come tema egemone della quotidianità.
Gli italiani vogliono risposte alla crisi occupazionale, ai problemi della vita di ogni giorno; del dualismo infinito “fascismo”/ “antifascismo” importa loro poco.
La sinistra, invece, insiste nello sventolare lo spettro di Mussolini ogni qualvolta un avversario politico le toglie la terra da sotto i piedi e gli elettori la puniscono, la abbandonano, puntualmente.
Le minacce alla senatrice sono figlie di menti malate, ma le arrivavano anche prima. Lo ha detto lei: circa 200 al giorno. Immagino alla cassetta postale del Senato, perché non so se abbia indirizzi mail o profili social.
L’attuale opposizione ha denunciato il tentativo di usare la mozione Segre contro il razzismo e l’antisemitismo come cavallo di Troia per misure censorie contro i leader del centrodestra e le loro battaglie preferite.
“Dire prima gli italiani è razzista”, ha detto l’ex ministro Fornero, una che gli italiani vorrebbero dimenticare in fretta. Ma questa è la misura del problema.
Il razzismo esiste e non soltanto negli stadi, ma le leggi per punire i reati di intolleranza, le espressioni “fasciste” ci sono già. A partire dalla legge Mancino. A che serve una nuova commissione? E dirlo equivale a incoraggiare folli e delinquenti? Soltanto dei disonesti possono pensarlo.