Alvin Berisha è tornato in Italia. Il bimbo di 11 anni di origine albanese era stato portato via nel dicembre del 2004 dalla mamma che voleva unirsi all’Isis.
Alvin è tornato in Italia
La madre sarebbe poi morta in un’esplosione e il piccolo era finito poi nel campo profughi di Al Hol, a nord est della Siria, dove è stato ritrovato. Alvin è stato trasferito con un volo di linea dell’Alitalia (AZ 827) giunto poco dopo le 7:00 all’aeroporto di Roma Fiumicino da Beirut.
Alvin, appena sceso dall’aereo è apparso sereno e sorridente. Vestito con jeans, giubbotto blu ed un cappellino rosso, Nello scalo romano ha trovato ad accoglierlo il padre e le due sorelle. Ora la polizia di frontiera procede per il disbrigo delle formalità burocratiche e per le procedure di affidamento del minore al padre.
Conte “Una notizia che riempie il cuore”
“Il ritorno a casa del bambino è una di quelle notizie che ti riempiono il cuore. Il piccolo albanese, da anni in un campo profughi in Siria, nelle prossime ore potrà finalmente essere riabbracciato dal padre che lo attende in Italia. Per questo rivolgo un sentito ringraziamento a tutte le autorità italiane e albanesi, alle organizzazioni umanitarie, a quanti hanno collaborato per questa operazione complessa, in un teatro difficile come quello siriano. Un grazie anche a quei media che hanno acceso i riflettori sulla storia del piccolo”. Ha detto ieri il premier Giuseppe Conte.
“Il Governo italiano ha fatto tutto il possibile per la sua liberazione. Ho seguito personalmente l’evolversi della vicenda, costantemente informato e in contatto con il primo ministro albanese Edi Rama. Uno straordinario successo non solo della diplomazia ma soprattutto della cooperazione internazionale, grazie al prezioso ruolo svolto dalla Croce Rossa italiana e Mezzaluna Rossa e all’intervento determinante di reparti speciali di polizia e carabinieri”, aggiunge.
“Il peggio per lui è ormai alle spalle, tra poche ore sarà libero. Libero di poter vivere la sua infanzia, di poter tornare a giocare, di immaginare e costruire il proprio futuro. Senza costrizioni e lontano dalle bombe – conclude Conte – dalle guerre, dai fanatismi”.