“Il mio era un
appello etico che parlava alle coscienze, alle anime e ai cervelli dell’intero ceto politico italiano, senza distinzione tra destra e sinistra.
Davo per scontato che il Senato della Repubblica l’avrebbe accolto come si accoglie un principio fondamentale di civiltà. Il mio sentimento davanti alle astensioni?
Stupore, un profondo senso di stupefazione. Come difficilmente ci si può sorprendere alla mia veneranda età”. Lo dice in un’intervista a “Repubblica” la
senatrice a vita
Liliana Segre parlando dell’astensione di 98 senatori sull’istituzione di una commissione per avversare l’odio e la discriminazione razziale da lei proposta.
Il
razzismo, osserva Segre, “non è una cosa su cui si può discutere, avendolo provato sulla mia pelle. Pensavo che sulle discriminazioni razziali non ci fossero margini per i distinguo. Ma evidentemente i tempi sono cambiati. Oggi sono morti i carnefici e pure le vittime. La storia si può riscrivere”.
(ITALPRESS).